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Al secondo giorno di convention repubblicana, Trump sposta il timone a destra

Luciana Grosso

Trump usa la Casa Bianca per scopi elettorali, intervenendo in veste di presidente. La forza del violare le regole e attraversare terreni obliqui e inesplorati prima degli altri. La famiglia sul palco e la pandemia al passato

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Giro di boa per la convention repubblicana: due giorni sono andati, altri due sono dinnanzi a noi. Nella grande riunione, che poi in realtà riunione non è, del partito repubblicano, in questi giorni abbiamo visto emergere alcuni tratti della prossima campagna e (chissà) forse anche del prossimo Partito repubblicano. 

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Giro di boa per la convention repubblicana: due giorni sono andati, altri due sono dinnanzi a noi. Nella grande riunione, che poi in realtà riunione non è, del partito repubblicano, in questi giorni abbiamo visto emergere alcuni tratti della prossima campagna e (chissà) forse anche del prossimo Partito repubblicano. 

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Barra a dritta

Al secondo giorno di convention, Donald Trump e i suoi appaiono essersi stufati della manfrina per conquistare il voto di centro, così hanno spostato (di parecchio) il timone della convention a destra: un sacco di religione, tantissimo diritto alla vita, imprese, una spruzzatina di omofobia, un pesante dose di difesa della polizia, sempre e comunque.
Questo è stato il senso della serata di ieri. Questo unito al fatto che, a parere dei relatori della convention, Biden sia un pericoloso socialista capace di ogni nefandezza, mentre Donald Trump è un sincero patriota pronto a tutto “to fight for you” (una delle frasi più ripetute di oggi, insieme forse a Make America Great Again e a ‘My father’, visto che hanno parlato tre dei suoi figli).

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White Trump House

Ci sono molte prime volte per cui la presidenza Trump sarà ricordata. Non sono tutte (anzi quasi nessuna) particolarmente buona. Ma poco importa. Un record è comunque un record.

 
Ieri Donald Trump ha fatto un’ennesima cosa ‘per la prima volta’, con buona pace del fatto che la legge (e pure il buon senso) gli impediscano di farlo: ha usato la Casa Bianca per scopi elettorali, intervenuto alla convention non in veste di candidato o di repubblicano, ma in veste di presidente. La cosa non sorprende, verrebbe da dire ai liberal di mezza America che ieri hanno invaso i social di tweet nei quali, sostanzialmente, dicevano, “ehi tu porco, levale le mani di dosso” (cit.)  non comprendendo, per l’ennesima volta, perché da quattro anni Donald Trump detta loro l’agenda. Proviamo a suggerirglielo noi: perché Trump viola le regole, e dunque attraversa sempre terreni obliqui e inesplorati prima di tutti gli altri. E questa è la sua forza.

  

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Gli Osbourne delle presidenziali

Era dai tempi di “The Osbournes” che non capitava di vedere tanti membri della stessa famiglia nella stessa trasmissione televisiva. Ieri, dal palco della Convention, hanno parlato la figlia Tiffany Trump, il figlio Eric Trump, la moglie Melania. I due figli hanno fatto, attorno alla figura di Trump, l’esatto opposto di quel che si fa in questi casi: invece di umanizzarne la figura, di renderla più calda e familiare, raccontando aneddoti e curiosità, hanno descritto il loro padre come un super patriota e un grandioso commander in chief. Non è esattamente quello che consigliano gli spin doctor, ma magari funziona. Chi lo sa.ù

 
PS: Melania ha fatto un buon discorso, ma non lo ha quasi nominato.

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Ma te lo ricordi il Covid?

Alla Convention repubblicana si è fatto un gran parlare di Covid e di quanto supercalifragistichespiralidosa sia stata la risposta del presidente Trump alla pandemia. Ma se ne è parlato (con la sola eccezione di Melania che ha raccontato con empatia e trasporto la sofferenza degli ultimi mesi) come di una cosa passata, finita, che non c’è più.

 

Uno dei casi più clamorosi ed espliciti è stato quello di Larry Kudlow, consigliere economico della Casa Bianca, che ne ha parlato usando il tempo verbale del passato.

  
Il che è una scelta stilistica un po’ forte, visto che solo ieri, negli Stati Uniti sono morte 339 persone di Covid. 

  

E tu quanti presidenti hai?

Alla fine del secondo giorno della convention democratica avevano già preso la parola a sostegno di Joe Biden due ex presidenti e una first lady. Qui invece di ex inquilini alla Casa Bianca che si sentano di appoggiare Trump, non se ne vedono. Un po’ perché non ci sono più (l’unico ex presidente ancora in vita è Geroge W. Bush, il quale ha già fatto sapere che non voterà né ha mai votato per Trump), un po’ perché non saprebbero dove voltarsi, in un partito trumpizzato che non appartiene loro più. Alla lunga, questa cesura tra Trump e il partito che rappresenta, potrebbe diventare un problema serio.

 
Un presidente senza partito potrebbe essere la ‘prima volta’ più ghiotta della sua presidenza.

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