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Una storia zozza di evangelici potrebbe spiegare l’endorsement a Trump

Daniele Ranieri

L’avvocato Cohen, un amante in possesso di foto e le primarie del 2016, quando Jerry Falwell a Ted Cruz preferì il presidente

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Roma. Questo pezzo è l’incrocio di due altri pezzi, uno pubblicato dal New York Times nel giugno 2019 e l’altro pubblicato da Reuters due giorni fa. Riguardano Jerry Falwell Junior, rettore della Liberty University in Virginia, una delle più grandi università evangeliche nel mondo e figlio di Jerry Falwell, che è stato il più influente dei predicatori evangelici americani. Il primo pezzo si chiede perché a un certo punto Falwell decise di schierarsi con Trump durante la campagna elettorale del 2016, con gran sorpresa di tutti. Il secondo pezzo è un’intervista esclusiva con Giancarlo Granda, un giovane che è stato coinvolto da Falwell e dalla moglie di Falwell in una relazione a tre durata per sette anni, dopo che i due l’avevano conosciuto nella piscina di un albergo di lusso a Miami. Ricapitoliamo la storia, che, vale la pena avvertire subito, è monca nel senso che manca ancora il pezzo finale.

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Roma. Questo pezzo è l’incrocio di due altri pezzi, uno pubblicato dal New York Times nel giugno 2019 e l’altro pubblicato da Reuters due giorni fa. Riguardano Jerry Falwell Junior, rettore della Liberty University in Virginia, una delle più grandi università evangeliche nel mondo e figlio di Jerry Falwell, che è stato il più influente dei predicatori evangelici americani. Il primo pezzo si chiede perché a un certo punto Falwell decise di schierarsi con Trump durante la campagna elettorale del 2016, con gran sorpresa di tutti. Il secondo pezzo è un’intervista esclusiva con Giancarlo Granda, un giovane che è stato coinvolto da Falwell e dalla moglie di Falwell in una relazione a tre durata per sette anni, dopo che i due l’avevano conosciuto nella piscina di un albergo di lusso a Miami. Ricapitoliamo la storia, che, vale la pena avvertire subito, è monca nel senso che manca ancora il pezzo finale.

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Falwell può spostare un pacchetto enorme di voti con una dichiarazione, ha potere politico perché è ancora molto seguito dalla base di fedeli ereditata dal padre e nella primavera del 2016 era pronto a schierarsi a favore del candidato Ted Cruz – che qualche mese prima aveva annunciato la sua candidatura a presidente proprio dal palco della Liberty University. Falwell Jr per l’occasione aveva ordinato a tutti gli studenti di partecipare e Cruz si era trovato una bella platea di giovani entusiasti come cornice per il suo discorso. Ma quando era arrivato per Falwell il momento di dare il suo endorsement a Cruz c’era stato un cambiamento inspiegabile e l’endorsement era andato invece a Trump, un candidato improbabile per gli evangelici, che chiedono un presidente con forti valori familiari e religiosi – e Trump, star televisiva e magnate newyorchese con storie complicate di divorzi e relazioni, non aveva il profilo adatto o comunque migliore di Cruz.

  

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L’appoggio di Falwell aprì una breccia nel monolite degli evangelici, che presto si schierarono tutti con Trump con questa motivazione: anche se l’uomo è peccatore, il politico è comunque la garanzia migliore per i nostri valori contro la corrosione portata dai democratici. Non importa di che colore sia il gatto, avrebbe detto Mao Zedong, l’importante è che acchiappi i topi. Anche se Trump, nei due discorsi che fu chiamato a tenere davanti ai giovani evangelici della Liberty University, non incarnò proprio alla perfezione il ruolo del garante dei valori religiosi. Una volta, quando venne il momento di dare consigli, disse: “Ricordatevi di fare sempre un accordo prematrimoniale… ma tanto voi non divorziate”. La volta successiva citò un passo dei “Due di Corinto” invece che della “Seconda Lettera ai Corinzi”.

  

Torniamo ai Falwell. A un certo punto investirono una somma di denaro in modo che Granda, l’amante, avesse un piccolo business – un ostello della gioventù a Miami. Ma la compravendita andò male e ci fu un litigio con Granda. Entra in scena l’avvocato di Trump, Michael Cohen, che in quel periodo si occupava di mettere a tacere gli scandali nei quali era stato coinvolto il futuro presidente, che già preparava il lancio della sua corsa. Cohen usava il metodo che abbiamo imparato a conoscere perché poi sarà discusso nel corso della sua incriminazione, faceva firmare un accordo che imponeva il silenzio e bloccava la storia in cambio di denaro nel caso che qualche tabloid volesse pubblicarla.

  

Ora c’è il passaggio interessante. In qualche modo Cohen viene a conoscenza dell’esistenza di alcune foto dei Falwell che sono imbarazzanti e che i Falwell vorrebbero distruggere. Cohen era specializzato in questo genere di trattative, del resto. Esiste un audio di Cohen che accenna a questa cosa a Tom Arnold, un comico che all’epoca si era improvvisato investigatore e si concentrava su Trump – e quindi anche su Cohen. Esiste perché Tom Arnold registra di nascosto Cohen che dice che i Falwell avevano un problema con delle foto.

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A questo punto, ecco il pezzo mancante. Non è che l’appoggio di Falwell a Trump già durante le primarie repubblicane – dopo sarebbe stato scontato, gli evangelici non vanno molto d’accordo con i democratici – che contribuì a posizionare un enorme blocco di pensiero e di idee dietro a un candidato che era considerato molto controverso e a spingerlo in avanti e che ha fatto discutere i politologi è dovuto al fatto che l’avvocato di Trump teneva in pugno Falwell perché conosceva il suo segreto? Falwell nega tutto, Cohen è in prigione e probabilmente non tiene molto ad aggiungere anche questa vicenda alla lista delle sue colpe. Viene da sperare di no, perché per anni questi fatti politici sono stati discussi secondo grandi categorie di pensiero, i cristiani americani, il ruolo del presidente, il ruolo della Corte Suprema, la storia degli Stati Uniti. Sarebbe brutto misurare tutto daccapo per un incontro avvenuto a bordo piscina a Miami.

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