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Tanti auguri sleepy Joe. E bravi gli altri qui da noi

Giuliano Ferrara

La forza di “sleepy” Biden è la stessa forza di Giuseppe Conte (perseverante ma non sciatto) e di Roberto Speranza, ministro che fa e non chiacchiera

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Il Cretino Weberiano, la variante accademica del Cretino Collettivo, mi darà del cinico, ma a me Joe Biden piace proprio perché è sleepy, alla sua età si difende dall’infezione vivendo in un basement, non ha voglia né tempo di evocare sconquassi e sogni vitalistici, minaccia di ridare alle istituzioni e alle procedure, allo staff e alla Casa Bianca, il cuore della politica dopo l’infarto narcisistico del reality sul filo di un’abissale e grottesca deriva personale. Poi certo bisogna darsi da fare, il cuore deve pulsare giusto, ha scelto nella Harris un buon partner, una che incanta sinistra e identitari ma lavora per una politica di centro, e non è detto che a noi drogati dell’informazione allucinogena trumpista non sia in grado di offrire qualche sorpresa. Insomma, Fentanil a parte, ché quella è una truffa medicalizzata e mortifera, l’oppio è superiore a ogni altra droga, e l’oppio dei popoli è qualcosa di cui i popoli in certe fasi di eccitazione madornale e di rincoglionimento di massa hanno seriamente bisogno (anche la Ocasio-Cortez se ne gioverebbe). Tanti auguri sleepy Joe, non ti agitare nei debates, fallo morire di pizzichi e quando straparla accucciati e russa (una bella ronfata sarebbe su scala globale come lo sgabello ripulito di Berlusconi nel duello con Travaglio, un colpo basso ma sicuro).

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Il Cretino Weberiano, la variante accademica del Cretino Collettivo, mi darà del cinico, ma a me Joe Biden piace proprio perché è sleepy, alla sua età si difende dall’infezione vivendo in un basement, non ha voglia né tempo di evocare sconquassi e sogni vitalistici, minaccia di ridare alle istituzioni e alle procedure, allo staff e alla Casa Bianca, il cuore della politica dopo l’infarto narcisistico del reality sul filo di un’abissale e grottesca deriva personale. Poi certo bisogna darsi da fare, il cuore deve pulsare giusto, ha scelto nella Harris un buon partner, una che incanta sinistra e identitari ma lavora per una politica di centro, e non è detto che a noi drogati dell’informazione allucinogena trumpista non sia in grado di offrire qualche sorpresa. Insomma, Fentanil a parte, ché quella è una truffa medicalizzata e mortifera, l’oppio è superiore a ogni altra droga, e l’oppio dei popoli è qualcosa di cui i popoli in certe fasi di eccitazione madornale e di rincoglionimento di massa hanno seriamente bisogno (anche la Ocasio-Cortez se ne gioverebbe). Tanti auguri sleepy Joe, non ti agitare nei debates, fallo morire di pizzichi e quando straparla accucciati e russa (una bella ronfata sarebbe su scala globale come lo sgabello ripulito di Berlusconi nel duello con Travaglio, un colpo basso ma sicuro).

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In questione non è solo Biden. Per quanto il Testone Collettivo mi dipinga, e non a torto, come un sostenitore di Conte per come ha gestito pandemia e rapporto con l’Europa, e scusate se è poco, resto dell’idea, confortata da un giudizio autorevole di una grande attrice di teatro, che la sua voce e il suo stile ricordano Tina Pica. Ma non ne traggo, a parte il sorriso ogni volta che lo ascolto (raramente: lathe biosas o vivi nascosto è il mio piccolo motto epicureo), altro che conclusioni di rassicurazione e serenità. Uno così perseverante nella modestia espressiva, ma non sciatto e talvolta perfino di una certa eleganza nonostante il timbro vocale stanco e un po’ lagnoso, è per me una garanzia. Se fa un Dpcm, o anche 20 Dpcm a contenuto amministrativo-sanitario, non penso al colpo di stato permanente, infatti non ho la forza espressiva del Mitterrand anni Cinquanta del Novecento né la pedanteria di Ainis nel III millennio. Gualtieri non mi dispiace affatto, e oltretutto non lo vedo in una photo opportunity con Bannon, il che mi consola. La Azzolina, di cui diffidavo per quella tinta di rossetto e per la somiglianza con la cara Guzzanti, mi sembra vendicata, nella sua cautela sulla riapertura delle scuole, dalle notizie fresche provenienti dalla Germania e da altri luoghi precocemente riscolarizzati. Su Speranza ho dato molto, descrivendolo come una rockstar fin dall’inizio del casino, e non devo aggiungere nulla, la sorte ci preservi un ministro non chiacchierone, con l’aria seria e un po’ sleepy, di cui puoi supporre che non usa mascherine e tamponi per farsi bello e consensuale. Grazie Bersani, illustre linguista e mentore del giovane idolo.

 

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Voi direte. Ma non ci avevi rotto i maroni con il pop berlusconiano? Sì, ve li ho rotti, ma it was in another country, and besides the wench is dead, “fu in un altro paese, e oltretutto la ragazza è morta” (dall’Ebreo di Malta parafrasato da Eliot). Non vorrei abusare della citazione draghesca di Keynes (cambiano i fatti, cambio opinione: e lei?), ma in fondo è quello che mi è sempre stato rimproverato, ho diritti di copyright. Eppoi c’è gigione e gigione. Il Cav. nella sua travolgente vivacità alla fine lavorava per le istituzioni, faceva la padrona di casa al G8 e sistemava i vasi coi limoni e sgombrava i panni stesi, ha sempre amato le istituzioni e ha firmato il nuovo patto di Roma con gli eurocrati, è sempre stato un politico visionario, svisionario e mite, un sognatore del partito popolare non tanto sleepy.

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