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Bannon, fine di un falso ideologo senza idee

Giuliano Ferrara

Il consigliori è altra cosa da questo venditore di nulla. Più di lui, arresterei i bannonisti della parrocchietta che lo adoravano

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Invece del povero Bannon, un quattrinaro travestito da guru subito mollato dal suo ineffabile dante causa, dovevano arrestare quelli che lo hanno abbracciato come il loro pupazzo di riferimento e lo hanno eretto a monumento su piedi impastati di argilla (lasciamo perdere il fango e il muretto antistupratori fatto di tacos e la sottoscrizione guacamole, ché quelle sono cose da agenti federali e da giudici). Dovevano acchiappare i bannonisti della parrocchietta. I told you so. Per tempo ci si poteva accorgere, e senza nemmeno far sentire lo sforzo, che elevare a consigliori quel tipo era solo un insulto a una professione onestamente disonesta per principio, il consigliere fraudolente di Dante, da Ulisse a Guido da Montefeltro. Nell’inferno del cattivo consiglio non c’è posto per gli avventurieri che ballano una sola stagione, il luogo di espiazione è eminente e, francamente, ce lo meritiamo in pochi.

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Invece del povero Bannon, un quattrinaro travestito da guru subito mollato dal suo ineffabile dante causa, dovevano arrestare quelli che lo hanno abbracciato come il loro pupazzo di riferimento e lo hanno eretto a monumento su piedi impastati di argilla (lasciamo perdere il fango e il muretto antistupratori fatto di tacos e la sottoscrizione guacamole, ché quelle sono cose da agenti federali e da giudici). Dovevano acchiappare i bannonisti della parrocchietta. I told you so. Per tempo ci si poteva accorgere, e senza nemmeno far sentire lo sforzo, che elevare a consigliori quel tipo era solo un insulto a una professione onestamente disonesta per principio, il consigliere fraudolente di Dante, da Ulisse a Guido da Montefeltro. Nell’inferno del cattivo consiglio non c’è posto per gli avventurieri che ballano una sola stagione, il luogo di espiazione è eminente e, francamente, ce lo meritiamo in pochi.

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Tempo fa Antonio Funiciello ha scritto un libro sul consulente dei potenti, e in quelle pagine era illustrata l’idea che fare quel mestiere implica la somma di tutte le virtù personali, una posizione decisamente antimachiavellica e antidantesca che ci precipitammo con amicizia a correggere. Ma non pensavamo a Bannon, all’abbazia di Trisulti, ai congressi con Meloni e Salvini, alle photo-opportunity da botteguccia della politica provinciale, e nemmeno a tutto quel chiacchiericcio sul nuovo Lenin, l’uomo che distrugge il sistema attraverso Trump. Un ideologo che usa come un oppiaceo la crisi del Fentanil e la deriva della Rust Belt post industriale e degli Appalachi popolosi di vaccari e villici dimenticati dalla globalizzazione, i forgotten men, gli hillbilly, è al massimo il consulente di sceneggiatura di una serie o di un reality, non un tecnico del potere politico. Una distanza siderale passa tra l’ideologo costernante del mondo che fu e della nostalgie de la boue, uno destinato a mescolarsi con la materia che evoca, e il consigliori, la cui virtù è nella fraudolenza organizzata e a scopo repubblicano. Il secondo parte dalla visione chiara di un potere, anche di tipo nuovo, se del caso, e della sua caratura in forza e persuasione politica; il primo parte dal gioco fatuo dell’immagine, dalla cosiddetta narrazione, che è la versione Dams della vecchia bugia demagogica.

  

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Il consigliori è tenuto alla pulizia personale perché deve vedere come sia possibile sporcarsi le mani mettendole in pasta, è un asceta del malamente; l’ideologo può fare a meno delle inibizioni perché vende all’incanto merce di per sé avariata, è un bonario imbroglione anche se travestito da moderno bolscevico di campagna. Invece abbiamo letto articoli, saggi, libri che portavano il mondo all’altezza di un qualunque Anthony Scaramucci, uno degli occasionali passisti in uno staff di scalatori fortunati nell’arte dell’impostura. Bannon era diventato l’intellettuale organico e collettivo di nuovo tipo, il pensatore che offriva nutrimento al cervello del Principe, come diceva Gramsci che il cervello e la pulsione isterica di Trump non poteva certo immaginarli. E mi venivano le vertigini, mi domandavo: ma come è possibile scambiare per profeta di un nuovo ordine una specie di Adinolfi su scala internazionale, uno in bocca al quale perfino l’usurata formula del sovranismo suonava ridicola? Poi ho capito: lo lodano perché ha preso in prestito le peggiori idiozie su famiglia, società e stato e le ha rilanciate sul mercato sapendo che potevano sembrare merce dirompente, e ora si apprende che aveva preso in prestito anche altro, pare senza alcuna intenzione di restituire.

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