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editoriali

Salvini e l’asse del male

Redazione

Putin, Lukashenka e Kim. Chi apprezza regimi del genere non può guidare il paese

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L’attivista e oppositore del Cremlino Alexei Navalny ha accusato un malore mentre era in volo e ora è ricoverato in condizioni molto critiche. Non si conoscono le cause del malore, sono molto forti i sospetti di avvelenamento, Navalny aveva bevuto una tazza di tè all’aeroporto. Cose che possono accadere nella Russia di Vladimir Putin.

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L’attivista e oppositore del Cremlino Alexei Navalny ha accusato un malore mentre era in volo e ora è ricoverato in condizioni molto critiche. Non si conoscono le cause del malore, sono molto forti i sospetti di avvelenamento, Navalny aveva bevuto una tazza di tè all’aeroporto. Cose che possono accadere nella Russia di Vladimir Putin.

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La vicenda fa tornare alla memoria un’intervista di qualche tempo fa di Matteo Salvini alla Stampa. Correva l’anno 2017 e il giornalista Giuseppe Alberto Falci chiedeva al leader della Lega cosa ne pensasse dell’arresto durante una manifestazione di Navalny, candidato alle presidenziali contro Putin poi escluso dalle elezioni. “Mi sembra esagerato creare novelli eroi. E’ l’ennesima montatura mediatica”, fu la risposta di Salvini, che spiegava che in fondo avevano fatto bene ad arrestarlo perché la manifestazione di Navalny “non mi sembra sia sta autorizzata” e poi era solo “un blogger anti Putin venduto come leader dell’opposizione”.

 

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Nella stessa intervista, Salvini spiegava che fra la Russia di Putin e “questa Europa” sceglieva la prima. Nelle settimane scorse, quello che è il leader del centrodestra è arrivato persino a legittimare il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenka, dicendo che bisogna rispettare l’esito del voto in Bielorussia, come se le elezioni fossero state regolari. Nel 2014, da neo segretario della Lega Nord, Salvini fece un viaggio in Corea del Nord e al ritorno elogiò il regime comunista di Kim Jong-un. “Ho visto un senso di comunità splendido – disse – Non indico come un inferno un sistema che non conosco. Lì lo stato dà tutto: scuola, casa, lavoro. Al mondo non c’è solo lo stile di vita americano”. Salvini paragonò addirittura Pyongyang alla Svizzera (“per la pulizia”). Non solo Trump, Bolsonaro e Orbán. Ma addirittura Putin, Lukashenka e Kim Jong-un. Insomma, da tempo i suoi punti di riferimento sono dittatori e autocrati nemici dell’occidente democratico. Non si comprende come il centrodestra italiano possa ritenere Salvini non solo un alleato adeguato e affidabile, ma addirittura il proprio leader.

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