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Bannon Down

Daniele Ranieri

Arrestato l'architetto dell’ideologia di Trump. L’inchiesta sul sovranista trumpiano che intascava i soldi dei sovranisti ha ramificazioni molto interessanti

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L’arresto di Steve Bannon, architetto dell’ideologia sovranista del presidente Donald Trump, è stato fatto da ispettori del servizio postale su mandato del procuratore Audrey Strauss del Southern District di New York e questo aggiunge risvolti interessanti alla notizia. Strauss ha chiesto agli ispettori del servizio postale di effettuare l’arresto di Bannon sulla sua barca e non si è rivolta all’Fbi, che di solito si occupa di questi arresti di alto profilo. L’Fbi risponde direttamente al dipartimento di Giustizia del segretario William Barr, che è considerato uno dei fedelissimi di Trump. Il fatto che Bannon, che a un certo punto fu visto come il consigliere che fece vincere a Trump la campagna elettorale grazie al suo pacchetto di idee, sia stato arrestato dal servizio postale è un dettaglio ironico: l’Amministrazione Trump in queste settimane aveva lanciato una campagna molto criticata per tagliare i fondi al servizio postale e quindi ridurre le chance per molti americani di dare il loro voto via posta alle elezioni di novembre. Ma è anche una notizia fattuale. Il procuratore Strauss intendeva bypassare l’Fbi e una possibile interferenza del segretario Barr? Strauss in questo momento è procuratore capo ad interim del Southern District perché a giugno il presidente Trump e Barr rimossero il suo capo, Geoffrey Berman, con una mossa precipitosa che sorprese molti. Barr incontrò Berman in un hotel di Manhattan e gli chiese di dimettersi senza fare troppo rumore, ma quello scelse di opporre resistenza per tutto il giorno seguente e disse di essere molto preoccupato per la sorte di alcune indagini non meglio specificate che il suo distretto stava seguendo. 

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L’arresto di Steve Bannon, architetto dell’ideologia sovranista del presidente Donald Trump, è stato fatto da ispettori del servizio postale su mandato del procuratore Audrey Strauss del Southern District di New York e questo aggiunge risvolti interessanti alla notizia. Strauss ha chiesto agli ispettori del servizio postale di effettuare l’arresto di Bannon sulla sua barca e non si è rivolta all’Fbi, che di solito si occupa di questi arresti di alto profilo. L’Fbi risponde direttamente al dipartimento di Giustizia del segretario William Barr, che è considerato uno dei fedelissimi di Trump. Il fatto che Bannon, che a un certo punto fu visto come il consigliere che fece vincere a Trump la campagna elettorale grazie al suo pacchetto di idee, sia stato arrestato dal servizio postale è un dettaglio ironico: l’Amministrazione Trump in queste settimane aveva lanciato una campagna molto criticata per tagliare i fondi al servizio postale e quindi ridurre le chance per molti americani di dare il loro voto via posta alle elezioni di novembre. Ma è anche una notizia fattuale. Il procuratore Strauss intendeva bypassare l’Fbi e una possibile interferenza del segretario Barr? Strauss in questo momento è procuratore capo ad interim del Southern District perché a giugno il presidente Trump e Barr rimossero il suo capo, Geoffrey Berman, con una mossa precipitosa che sorprese molti. Barr incontrò Berman in un hotel di Manhattan e gli chiese di dimettersi senza fare troppo rumore, ma quello scelse di opporre resistenza per tutto il giorno seguente e disse di essere molto preoccupato per la sorte di alcune indagini non meglio specificate che il suo distretto stava seguendo. 

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Se Berman si fosse dimesso, il segretario Barr avrebbe potuto mettere al suo posto un suo uomo, Craig Carpenito, che è già procuratore nel New Jersey. Ma Berman scelse di farsi cacciare e quindi per legge il suo incarico passò alla sua vice, Audrey Strauss. Che ha fatto arrestare Bannon. E’ possibile che questa storia sarà ripercorsa a ritroso e comincerà a fare rumore. Da New York è arrivato un altro dispiacere per Trump, che ha perso in modo definitivo l’appello per impedire che un giudice di Manhattan ottenga la sua dichiarazione dei redditi. Ogni candidato presidenziale di solito pubblica la propria dichiarazione dei redditi per mostrare di non avere nulla da nascondere, ma Trump ha trasformato la sua in un segreto.

 

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L’arresto di Bannon poche ore prima del discorso del candidato democratico Joe Biden alla serata finale della convention democratica ha un effetto catartico per lo schieramento che si oppone a Trump, quella big tent che include democratici di tutte le tendenze e anche repubblicani scontenti. Il grande ideologo sovranista che truffa i sovranisti per intascare soldi e lo fa usando il Muro che doveva essere pagato dal Messico, quindi la bandiera della politica trumpiana, è una storia troppo simbolica per finire in un giorno. In molti scommettono che Bannon, per cavarsi dai guai, saprà trovare argomenti di scambio e negoziato con i procuratori. Trump ha detto che non aveva più rapporti con Bannon da tempo e che non era d’accordo con la raccolta fondi – che, se fosse stata onesta, sarebbe servita a pagare con fondi privati un pezzo di Muro e che alla fine ha attratto molti donatori repubblicani per un totale di 25 milioni di dollari – ma ha iniziato a circolare un video di suo figlio Junior che partecipa alla raccolta fondi e dice che ha la benedizione del padre. Non si sa come Bannon abbia investito la sua parte di soldi, ma il suo socio Brian Kolfage ha comprato una barca e ha speso altro denaro per una chirurgia plastica, per restaurare una casa e in automobili.

 

L’anonimo Q, profeta di QAnon, quindi di quel sottogruppo di fanatici trumpiani che crede nel suo culto, aveva predetto che Bannon non sarebbe mai stato incriminato – e invece ieri è finito in manette. Adesso i seguaci dovranno inventare qualche giustificazione tortuosa per aggiustare la realtà in modo che sia compatibile con le profezie.

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