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“It is what it is”

La strategia di Joe Biden per sconfiggere Trump è una nuova “big tent”

Daniele Ranieri

Alla convention democratica Bernie Sanders fa appello ai progressisti per evitare fratture e lavorare anche con i conservatori. Il discorso di Michelle Obama

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Roma. Lunedì sera alla prima serata della convention democratica il discorso più commentato è stato quello di Michelle Obama, moglie dell’ex presidente Obama, ma il significato politico più importante è arrivato dagli otto minuti in diretta di Bernie Sanders, che alle primarie democratiche è stato lo sfidante più forte di Biden, da sinistra. La moglie di Obama ha preso la scena per carisma, ha sostenuto che è necessario votare Biden “come se dal voto dipendessero le nostre vite” e ha tirato a Trump una stoccata a sangue freddo che tutti hanno notato: “It is what it is”, quello che è è. Per dire che Trump che non è all’altezza di fare il presidente ha usato le stesse parole che il presidente aveva di recente usato in un’intervista per glissare sul disastro pandemia: it is what it is, quel che è è, che posso farci.

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Roma. Lunedì sera alla prima serata della convention democratica il discorso più commentato è stato quello di Michelle Obama, moglie dell’ex presidente Obama, ma il significato politico più importante è arrivato dagli otto minuti in diretta di Bernie Sanders, che alle primarie democratiche è stato lo sfidante più forte di Biden, da sinistra. La moglie di Obama ha preso la scena per carisma, ha sostenuto che è necessario votare Biden “come se dal voto dipendessero le nostre vite” e ha tirato a Trump una stoccata a sangue freddo che tutti hanno notato: “It is what it is”, quello che è è. Per dire che Trump che non è all’altezza di fare il presidente ha usato le stesse parole che il presidente aveva di recente usato in un’intervista per glissare sul disastro pandemia: it is what it is, quel che è è, che posso farci.

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Al terzo minuto del discorso di Sanders arriva il momento cruciale per Biden, che tenta di battere un presidente in carica – cosa che non succede da quasi trent’anni – e anche se per adesso è premiato dai sondaggi non ha alcuna certezza di vincere. “A questa elezione l’obiettivo è preservare la nostra democrazia. Durante questo mandato presidenziale, l’impensabile è diventato normale – dice Sanders – Ha tentato di impedire alla gente di votare, ha indebolito il servizio postale americano, ha schierato truppe e agenti federali contro manifestanti pacifici, ha minacciato di rinviare le elezioni e ha detto che potrebbe non lasciare l’incarico se perde. Queste cose non sono normali e non dovremo mai trattarle come se lo fossero. Sotto questa amministrazione, l’autoritarismo ha messo radici nel nostro paese. Io, la mia famiglia e molti di voi conoscono quanto è subdolo il modo dell’autoritarismo di distruggere la democrazia, la decenza e l’umanità. Finché sarò qui lavorerò assieme ai progressisti, ai moderati e sì, assieme anche ai conservatori, per preservare la nazione da questa minaccia”.

 

  

Quest’ultimo passaggio è il segnale ai suoi: “E sì, anche assieme ai conservatori”. L’idea è evitare lo scontro interno ai democratici fra ala più progressista e ala più moderata, o se si preferisce fra ala radicale e ala centrista, di cui si parlò molto nel 2016 e che secondo alcuni smorzò l’entusiasmo di una parte degli elettori. Questa volta le differenze vanno messe da parte in nome dell’obiettivo comune.

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Considerato che nella stessa serata ha parlato anche John Kasich, ex governatore repubblicano dell’Ohio che quattro anni fa aveva provato a candidarsi per diventare presidente, è la strategia bideniana della “big tent” che si fa vedere. Per battere Trump, Biden vuole andare a prendere i voti ovunque, anche fuori dai serbatoi elettorali dei democratici, e pur consapevole di non essere un candidato entusiasmante vuole portare tutte le fazioni sotto un’unica “big tent”, che pensa al 3 novembre come un grande referendum contro Trump.

 

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Creare la big tent è stato costoso per il candidato democratico. A sinistra ha creato la Unity Task Force – che include anche Alexandria Ocasio-Cortez, star della fazione radicale – che fa da consigliere (non vincolante) sulla linea politica. Biden ha anche accettato il piano di Elizabeth Warren sulla bancarotta, ha preso a modello le idee di Sanders per aiutare gli studenti a pagare il college e ha adottato come strategia contro il climate change un piano per zero emissioni che ha come scadenza il 2035, quindi soltanto cinque anni in più del Green New Deal lanciato dalla Ocasio-Cortez. Sull’altro versante, il primo discorso per spiegare la sua strategia della ricostruzione per il paese, Build Back Better, lo ha fatto tra le fabbriche della Pennsylvania. Parla di “comprare americano” e di aiutare l’industria nazionale. Ignora le proposte come “abolire la polizia” o il divieto totale di fracking (una tecnica d’estrazione del greggio considerata poco ecologica), che potrebbero allontanare elettori. Funziona. Due settimane fa il New Yorker ricordava che nella fascia degli elettori bianchi che non sono andati al college Trump nel 2016 ha vinto di trentuno punti percentuali e che Biden per ora ne ha recuperati dodici.

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