PUBBLICITÁ

La soluzione di Taiwan ai monumenti controversi: un ospizio per statue

Stefano Pelaggi

Per via dell’ingombrante eredità del padre fondatore della Repubblica di Cina, un parco ospita tutti i Chiang Kai-shek del paese

PUBBLICITÁ

Taipei. Al centro della piazza principale del Cihu Memorial Sculpture Park di Taoyuan, a Taiwan, c’è una statua di Chiang Kai-shek seduto su una imponente sedia. Tutt’intorno sono posizionate altre statue della controversa figura storica in varie pose, messe una davanti all’altra, che sembrano conversare. Alcune sono in gruppi di tre o quattro, altre in coppia, mentre qualche statua è isolata. Passeggiando per il parco troviamo quasi duecento diverse versioni di Chiang Kai-shek: un Chiang anziano che legge un libro a uno bambino, un Chiang in versione commesso che si inchina con il cappello in mano, un Chiang anziano con il bastone e un altro giovane con spada sguainata e sguardo all’orizzonte.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Taipei. Al centro della piazza principale del Cihu Memorial Sculpture Park di Taoyuan, a Taiwan, c’è una statua di Chiang Kai-shek seduto su una imponente sedia. Tutt’intorno sono posizionate altre statue della controversa figura storica in varie pose, messe una davanti all’altra, che sembrano conversare. Alcune sono in gruppi di tre o quattro, altre in coppia, mentre qualche statua è isolata. Passeggiando per il parco troviamo quasi duecento diverse versioni di Chiang Kai-shek: un Chiang anziano che legge un libro a uno bambino, un Chiang in versione commesso che si inchina con il cappello in mano, un Chiang anziano con il bastone e un altro giovane con spada sguainata e sguardo all’orizzonte.

PUBBLICITÁ

    

A cavallo o seduto, da una parte c’è un Chiang intento a leggere che si alterna a un Chiang che tiene minacciosamente un manganello tra le mani. Alcune statue sono situate una davanti all’altra, cercando di rispettare le proporzioni. Ma talvolta un Chiang di tre metri si trova a discutere con un altro a grandezza naturale. L’espressione è quasi sempre sorridente, Chiang è rappresentato per lo più come un anziano zio, saggio e benevolo. Vedere tutti questi Chiang insieme che conversano provoca un sentimento di tenerezza. Il meccanismo autoritario e l’aura marziale sono decisamente disinnescati. La gamma di colori va dal marmo, al verdastro delle statue trasformate dalla malachite passando per tutte le variazioni e sfumature dei metalli sino ad arrivare al nero della finta pietra.

   

PUBBLICITÁ

La decisione di riunire nello stesso parco tutte le statue di Chiang kai-shek è dovuta all’ingombrante eredità del padre fondatore della Repubblica di Cina, l’isola di Taiwan. Chiang per i taiwanesi rappresenta il simbolo della lotta al comunismo in Asia, un dittatore che ha oppresso la popolazione ma anche l’uomo che ha guidato Taiwan verso i successi economici degli anni Settanta e Ottanta. Il responsabile dell’arresto di migliaia di taiwanesi e dell’uccisione di oppositori politici e lo statista che grazie all’appoggio statunitense ha difeso l’isola dall’annessione forzata alla Repubblica popolare cinese.

  

Una parte del paese riconosce a Chiang il merito di aver difeso la sovranità taiwanese dalla minaccia della Cina comunista e di aver fondato lo Stato che, nei successivi decenni, è diventato un modello di sviluppo economico e un esempio di democrazia nella regione. Ma l’altra parte dell’opinione pubblica considera Chiang il crudele dittatore che ha oppresso la popolazione in uno stato autoritario.

   

Proprio come è avvenuto per il movimento “Black Lives Matter”, le statue di Chiang Kai-shek venivano periodicamente vandalizzate. Molte amministrazioni locali avevano richiesto la rimozione delle ingombranti testimonianze del passato. In occasione dell’anniversario della rivolta antigovernativa del 1947, violentemente repressa nel sangue dal partito di Chiang, le manifestazioni spesso terminavano con danneggiamenti delle statue. L’opinione pubblica era tuttavia polarizzata, per una parte della popolazione la distruzione di quelle statue era un’offesa. Poi, una legge del 2017, ha disposto che i simboli del passato autoritario del paese avrebbero dovuti essere rimossi oppure “gestiti in maniera diversa”, una locuzione che lascia ampio spazio all’interpretazione.

PUBBLICITÁ

   

PUBBLICITÁ

L’idea di raccogliere tutte in un unico posto le statue indesiderate dalle diverse istituzioni locali è una soluzione inedita alla complessa questione delle controverse eredità storiche. Una modalità che non affronta il problema della storicizzazione dei monumenti ma decontestualizza il significato ideologico di quelle statue. I frequentatori del parco non sono nostalgici, né appassionati di storia. Quei monumenti che evocavano momenti tragici sono stati posizionati in un parco in mezzo alla natura. L’impressione è quella di una casa di riposo per statue, dove gli anziani monumenti passano gli ultimi anni di vita insieme, guardando indietro ai ricordi del passato con rimpianto e nostalgia. La carica simbolica non è aumentata, tutti i Chiang messi insieme hanno dato vita a un posto bizzarro dove curiosi e bambini si aggirano, scattando foto e imitando le varie pose della controversa figura storica.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ