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Via i musi lunghi

Biden ha scelto Kamala Harris come vicepresidente?

Paola Peduzzi

Il candidato democratico alla presidenza ha detto che annuncerà la sua compagna di ticket nella prima settimana di agosto. Intanto possiamo solo provare a decifrare la foto più chiacchierata del momento e un commento antipatico

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Roma. Un fotografo dell’Associated Press, Andrew Harnik, ha fatto lo scatto più chiacchierato del momento, nella politica americana: gli appunti del candidato democratico alla presidenza Joe Biden durante un evento elettorale in Delaware. Tre punti ben evidenziati, sull’elegante carta intestata “Joseph R. Biden”: il secondo riguardava la riforma del dipartimento della Giustizia, il terzo gli ultimi cento giorni di campagna. Il primo era: Kamala Harris.

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Roma. Un fotografo dell’Associated Press, Andrew Harnik, ha fatto lo scatto più chiacchierato del momento, nella politica americana: gli appunti del candidato democratico alla presidenza Joe Biden durante un evento elettorale in Delaware. Tre punti ben evidenziati, sull’elegante carta intestata “Joseph R. Biden”: il secondo riguardava la riforma del dipartimento della Giustizia, il terzo gli ultimi cento giorni di campagna. Il primo era: Kamala Harris.

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Biden ha detto che annuncerà la sua compagna di ticket, il nome della vicepresidente, nella prima settimana di agosto, il totonomine va avanti da molto tempo ed è anche piuttosto complesso perché l’elenco delle papabili è lungo, e naturalmente Kamala Harris, ex procuratore generale della California e lei stessa ex candidata presidente, è tra le favorite. O forse la favorita. Biden ha parlato spesso della Harris, ci sono molte foto che li ritraggono insieme in cui si nota una certa confidenza, e il candidato presidente ha anche detto che la Harris è speciale per lui, dal punto di vista personale e professionale, perché era amica di suo figlio Beau, scomparso nel 2015. Ma gli appunti dello scatto chiacchieratissimo mostrano che, se la nomina della vicepresidenza andrà alla Harris, Biden deve convincere i suoi ad apprezzare la sua scelta. Ci sono cinque talking points: “Non tenetele il muso”; “ha fatto la campagna con me e Jill”, la moglie di Biden; “talentuosa”; “di grande aiuto nella campagna”; “grande rispetto per lei”.

  

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Da quando si è ritirata dalle primarie dopo risultati molto scarsi, la Harris ha fatto campagna per Biden, è stata solidale e presente: i due condividono molte idee, moderate e riformatrici. 

  

Ma durante un dibattito delle primarie, c’era stato uno scambio aspro tra i due, brevissimo ma di cui si parlò molto perché riguardava i commenti “molto dolorosi”, secondo la Harris, riguardo al passato di Biden e al suo rapporto con senatori segregazionisti. La Harris, che è nera, gli rispose in modo secco, Biden, ci rimase male, ma come tutto quello che avviene all’interno delle primarie – ci si mena sempre, anche e soprattutto con gli amici – è stato dimenticato. Qualche giorno fa è circolata la voce che un amico di Biden, l’ex senatore Chris Dodd, gli aveva detto che era molto preoccupato per l’eventuale ticket con la Harris, perché quello scambio era stato brutto e lei non si era mai scusata. Non è che la Harris è troppo ambiziosa e troppo poco leale? Il commento di Dodd era stato accolto con furia soprattutto da altre donne del partito che dicevano al solito: se Kamala fosse un uomo, non fareste tante storie. Gli appunti di Biden, soprattutto quel “non tenetele il muso”, mostrano che delle tensioni ci sono, ma che il candidato presidente vuole levarle tutte di torno. Vuol dire che ha scelto la Harris? Ieri molti dicevano di sì, ma la conferma ufficiale non c’è e nell’ultima parte degli appunti immortalati c’è scritto solo: “Vice presidente, altamente qualificata, gruppo eterogeneo”.

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Quanto alla foto e allo sforzo di decifrare le intenzioni di Biden questo è tutto – ha anche detto che deve seminare i giornalisti che lo seguono in modo da poter incontrare le finaliste di persona. La Harris è comunque da tempo considerata tra le favorite: perché ha fama di tosta, perché ha confidenza con Biden e perché è nera. Che la vicepresidente sia nera sembra, ad alcuni, quasi inevitabile, “la cosa moralmente giusta da fare”, come ha sintetizzato il sito FiveThirtyEight sottolineando che non è detto che sia anche la cosa elettoralmente giusta da fare.

 

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Nella short list delle candidate di colore oltre alla Harris ci sono Susan Rice, ex consigliera per la Sicurezza nazionale nell’Amministrazione Obama che però non ha mai corso per un’elezione in vita sua; Val Demings, deputata della Florida (stato in bilico), è stata a capo della polizia di Orlando ed era tra i manager della procedura di impeachment di Donald Trump a inizio anno: è poco conosciuta a livello nazionale e si dice che il suo passato nella polizia non è stato molto analizzato, e in un momento di proteste, scontri, agenti federali nelle strade e movimenti per abolire la polizia questo potrebbe essere un problema; Karen Bass, deputata della Carolina del sud e capo del Congressional Black Caucus importante per mobilitare il voto afroamericano, è una new entry della lista ma appare una scelta più di calcolo che di cuore; Keisha Lance Bottoms, sindaco di Atlanta, l’outsider della lista, perché non ha alcuna esperienza e notorietà nazionale ma si è fatta notare per la sua gestione ferma ma empatica delle proteste.

  

Nel totonomine c’è anche Michelle Lujan Grisham, la prima governatrice latina del New Mexico eletta nel 2018 dopo sei anni da deputata che è appunto latina e secondo molti consiglieri di Biden sarebbe perfetta per mobilitare il voto di quello che è considerato il più grande blocco di elettori delle minoranze.

 

Fuori dalle minoranze, è molto competitiva Elizabeth Warren, ex candidata alle presidenziali e voce dell’ala più radicale dei democratici: la sua presenza nel ticket sancirebbe il patto di unità nel partito, ma secondo i suoi detrattori finirebbe per annacquare lo sforzo moderato di Biden. C’è poi Tammy Duckworth, nata in Thailandia da padre americano e madre cinese, pilota militare di elicotteri che ha perso entrambe le gambe in Iraq, quando il suo Black Hawk è stato colpito da un missile: oggi è senatrice dell’Illinois, piace molto ai finanziatori ed è considerata da molti la scelta più strategica che Biden possa fare.

  

La decisione è prossima – questo processo di selezione non è indolore, l’ex senatore Evan Bayh diceva che è come una colonscopia – e il momentum è per la Harris, via i musi lunghi.

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