Naked Athena
Portland è il corpo a corpo della Casa Bianca con la democrazia americana
<p>Il corpo nudo di una donna contro il corpo armato dei “federali”. La foto simbolo di questa America di conflitti, armi e roghi. Chi ha più paura?</p>
Milano. Nell’America elettorale del 2020 lo scontro tra Donald Trump e i suoi avversari è un corpo a corpo feroce e meschino che si nutre di infinite ostilità fatte di parole, di tweet, di roghi, di manganelli. Portland, la città dell’Oregon che da cinquantadue giorni e notti protesta, è la sintesi esatta di questo corpo a corpo che tradisce il nome stesso di Portland: la chiamano “bridgetown” ma qui i ponti sembrano saltare uno dopo l’altro – il dialogo, il compromesso, la convergenza tra le diverse anime dell’America cadono ogni notte, sotto i nostri occhi.
L’immagine simbolo di questa frattura mostra dei corpi: il corpo di una donna nuda con la mascherina e un cappellino che si siede – e poi si alza e si muove, forse balla – davanti al corpo militare dispiegato per contenere le proteste. Lei tace e si muove, allarga le gambe, le richiude, si alza, si rimette seduta. Arrivano dei proiettili di gomma ai suoi piedi, lei li ignora. Dopo dieci minuti, i poliziotti vanno via, resta lei, “naked Athena” come l’hanno soprannominata i social, e poco dopo va via, senza dire nulla, senza badare agli occhi interrogativi che ha attorno, silenziosa come era arrivata. Vulnerabile nella sua nudità, e fortissima. Di là ci sono i corpi della polizia e soprattutto quel corpo militare che è stato mandato dall’Amministrazione, “i federali” che scendono dalle camionette e disperdono la folla.
Nei video, sono anche i più violenti, che a Portland vuol dire pestaggi e corse in ospedale, questa è la città degli estremi da tantissimi anni, Bush padre la chiamava “la piccola Beirut”. I “federali” sono agenti del dipartimento per la Sicurezza nazionale e Tom Ridge, ex governatore della Pennsylvaia che è stato il primo ministro per la Sicurezza nazionale nell’Amministrazione di Bush figlio, ha detto: questo corpo militare è stato creato per “proteggere il paese dalla minaccia del terrorismo globale” non è “la milizia personale del presidente”. Chad Wolf, che è oggi a capo del dipartimento, dice che le forze locali non sono abbastanza determinate a disperdere le proteste “di anarchici e sovversivi”, come li definisce Trump, e che gli agenti federali sono stati mandati “a protezione dei tribunali, hanno una missione di protezione”.
Il corpo armato difende le istituzioni dal corpo nudo, o forse è vero il contrario, ed è per questo che oggi Portland è ben oltre la piccola Beirut, è oltre le proteste che scandiscono la sua vita sociale e politica da decenni, i “socialisti” contro “i fascisti” che spesso arrivano da fuori città: Portland è il corpo a corpo della Casa Bianca con la democrazia americana.
L’Amministrazione vuole mobilitare agenti della Sicurezza nazionale, del controllo dell’immigrazione, delle forze contro il narcotraffico perché è convinta che le forze locali delle città – in particolare delle città guidate dai democratici – non facciano abbastanza, non vogliano fare abbastanza per fermare le proteste infiltrate da anarchici e antifa. “Hanno paura”, ha detto Trump. Paura dei manifestanti, che sono fuori controllo, molte città americane “sono come l’Afghanistan”, dice il presidente. Dopo Portland potrebbe essere il turno di Chicago e New York poi di altri centri ancora, finché non sarà chiaro che il “law and order” va rispettato, se non lo fate voi lo farà il governo.
Ma proprio qui, nell’arrivo dei “federali” si consuma un altro corpo a corpo interno alla filosofia conservatrice, che rifugge ogni ingerenza dello stato centrale, che non vuole farsi dire da Washington come si gestisce la propria vita quotidiana. Per di più che a Portland la polizia è già sotto inchiesta da molti anni, come accade in altre città, perché ogni settimana c’è un incidente di violenza, esasperazione chiama esasperazione. Ma Trump vive di sospetti e sfiducia, conta soltanto sui suoi “patrioti”, gli agenti che non riconosci e che riportano l’ordine a modo loro.