PUBBLICITÁ

Notre Dame tornerà Notre Dame

Mauro Zanon

Nessun "gesto contemporaneo" per la cattedrale francese che verrà ricostruita à l’identique, come era prima dell'incendio

PUBBLICITÁ

Parigi. Non ci sarà nessun “gesto architettonico contemporaneo”, come aveva evocato il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, dopo l’incendio del 15 aprile 2019, che ha provocato il crollo della celebre flèche di Eugène Viollet-le-Duc, risalente al 1859. Giovedì sera, la presidenza della Repubblica ha dato il suo benestare alla ricostruzione à l’identique del tetto della cattedrale e soprattutto della guglia simbolo di Notre-Dame. “Il presidente ha dato fiducia agli esperti e la sua approvazione preliminare alle linee generali del progetto presentato dal capo architetto Philippe Villeneuve, che prevede di ricostruire la guglia identica a com’era prima”, ha fatto sapere l’Eliseo. Niente esperimenti futuristi, dunque, niente rinnovamenti laicisti, niente serre per compiacere gli ecologisti, e niente progetti folli, come la piscina suggerita dallo studio svedese Ulf Mejergren Architects: la Notre-Dame che Macron spera di restituire ai francesi entro il 2024 sarà il più fedele possibile a quella che le fiamme hanno divorato lo scorso anno.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Parigi. Non ci sarà nessun “gesto architettonico contemporaneo”, come aveva evocato il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, dopo l’incendio del 15 aprile 2019, che ha provocato il crollo della celebre flèche di Eugène Viollet-le-Duc, risalente al 1859. Giovedì sera, la presidenza della Repubblica ha dato il suo benestare alla ricostruzione à l’identique del tetto della cattedrale e soprattutto della guglia simbolo di Notre-Dame. “Il presidente ha dato fiducia agli esperti e la sua approvazione preliminare alle linee generali del progetto presentato dal capo architetto Philippe Villeneuve, che prevede di ricostruire la guglia identica a com’era prima”, ha fatto sapere l’Eliseo. Niente esperimenti futuristi, dunque, niente rinnovamenti laicisti, niente serre per compiacere gli ecologisti, e niente progetti folli, come la piscina suggerita dallo studio svedese Ulf Mejergren Architects: la Notre-Dame che Macron spera di restituire ai francesi entro il 2024 sarà il più fedele possibile a quella che le fiamme hanno divorato lo scorso anno.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

La decisione, che mette fine a un feuilleton durato quindici mesi, è arrivata al termine di una riunione di quatto ore tra il presidente e i rappresentanti politici, gli esperti e gli architetti membri della Commissione nazionale del patrimonio e dell’architettura (Cnpa). Villeneuve, sostenitore fin dall’inizio di un ripristino della cattedrale nella forma in cui si trovava prima del terribile rogo, si è presentato con un dossier mastodontico, 3mila pagine, elencando le sue proposte per restaurare la cattedrale gotica, e soprattutto il tetto e la flèche, che hanno scatenato una ruvida querelle tra conservatori e modernisti. Verranno rispettati “i materiali originari”, ha detto Jean-Pierre Leleux, senatore gollista al vertice della Cnpa. Ci sarà dunque anche il piombo, e non solo il legno di quercia. “La cattedrale è stata costruita all’epoca con una copertura in piombo. Quando si cambiano i materiali di un edificio così vulnerabile, si cambia l’equilibrio dell’edificio”, fanno valere dalle parti della commissione. La questione piombo, tuttavia, potrebbe suscitare parecchie polemiche. Anche perché proprio in questi giorni è uscito un nuovo studio realizzato da un gruppo di ricercatori americani sui danni alla salute causati dal piombo diffusosi nell’aria durante l’incendio. L’Eliseo, per ora, sembra concentrato esclusivamente sul calendario della ricostruzione: finire la cattedrale entro il 2024 è una promessa che Macron vuole mantenere a tutti i costi. “La preoccupazione per il presidente era quella di non provocare ritardi nel cantiere e non rendere più complesso il dossier. Bisognava chiarire le cose rapidamente”, spiegano dal palazzo presidenziale. E ancora: “Per una guglia contemporanea, sarebbe stato necessario un concorso specifico, col rischio di un potenziale ritardo del cantiere. Le consultazioni con i grandi architetti hanno portato alla conclusione che la scommessa della guglia contemporanea era molto complicata”.

 

Il passo indietro di Macron sul “gesto contemporaneo”, di cui anche la moglie Brigitte era una grande sostenitrice, è una mossa molto più politica che estetica. Una flèche contemporanea sarebbe stato un azzardo, un atto troppo impopolare, che difficilmente sarebbe stato digerito dai francesi (la maggioranza dei cittadini è sempre stata contraria). E in un momento in cui ha bisogno di risalire nell’indice di gradimento, dopo la batosta elettorale delle amministrative, Macron ha pensato che fosse meglio evitare di creare nuove polemiche. Dallo scorso 8 giugno, una super équipe di operai sta smontando l’immensa impalcatura (200 tonnellate e 40mila tubi in metallo) che era stata allestita per il restauro di Notre-Dame, rimasta fortemente danneggiata dalle fiamme. “Questa fase terminerà al massimo a fine settembre”, ha assicurato il generale Jean-Louis Georgelin, presidente dell’Établissement chargé de la conservation et la restauration de la cathédrale. Solo allora potranno iniziare i lavori di ricostruzione di Notre-Dame. À l’identique. 

PUBBLICITÁ

PUBBLICITÁ

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ