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Silenzio, parla Sunak, rara macchina d’ottimismo nel cupo Regno Unito

Cristina Marconi

Il cancelliere dello Scacchiere, "secchione", amato dagli artisti. Ha appena destinato due milioni di euro per salvare il settore

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Londra. Negli ultimi tempi Boris Johnson sembra un prestigiatore a cui i conigli si rifiutano di uscire dal cilindro. Il problema è che sul palco c’è invece un giovanotto a cui i trucchi riescono favolosamente bene e che sta ottenendo grandi consensi anche tra il pubblico più esigente: ora che Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere, si è ingraziato anche il mondo dell’arte e dello spettacolo con un monumentale pacchetto di aiuti da due miliardi di euro per salvare il settore dalla certezza del baratro – d’altra parte come faranno i musical a sopravvivere senza vaccino e senza turisti?– in molti si chiedono se ci sia da essere contenti per il suo contributo allo show o da temere una sua eventuale ascesa da solista.

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Londra. Negli ultimi tempi Boris Johnson sembra un prestigiatore a cui i conigli si rifiutano di uscire dal cilindro. Il problema è che sul palco c’è invece un giovanotto a cui i trucchi riescono favolosamente bene e che sta ottenendo grandi consensi anche tra il pubblico più esigente: ora che Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere, si è ingraziato anche il mondo dell’arte e dello spettacolo con un monumentale pacchetto di aiuti da due miliardi di euro per salvare il settore dalla certezza del baratro – d’altra parte come faranno i musical a sopravvivere senza vaccino e senza turisti?– in molti si chiedono se ci sia da essere contenti per il suo contributo allo show o da temere una sua eventuale ascesa da solista.

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Al momento, il trentanovenne Rishi è il raggio di sole della politica britannica, la “one-man optimism machine” del governo secondo una fonte di Downing Street citata da Esther Webber sul Red Box del Times, l’unico che quando parla viene ascoltato, creduto e applaudito, magari con quel sorriso che si riserva ai bravi ragazzi che fanno bene il loro lavoro in questi tempi cupissimi. Tanto che la stampa inizia a chiedersi se non sia giunto il momento di ammettere che non è più solo il fedele giovanotto con un bel curriculum ma senza un passato chiamato a sostituire in fretta e furia Sajid Javid, dimessosi dopo che una sua consigliera, Sonia Khan, era finita sotto la scure di Dominic Cummings e licenziata senza cerimonie con l’accusa di essere stata troppo vicina all’ex capo Philip Hammond.

 

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Il borghese hindu Rishi – scuole private e studi a Oxford, borsa Fulbright e Mba a Stanford – ha poco a che fare con il figlio dell’autista di bus di origine pakistana Javid, oltre ad essere sposato con la figlia di NR Narayana Murthy, uno degli uomini più ricchi dell’India, ma aveva il vantaggio di mantenere un po’ di diversità etnica a Downing Street e di non rischiare, si pensava all’epoca, di rubare la scena a Boris Superstar.

 

Solo che con la crisi del Covid gestita in maniera catastrofica, l’unica chance per il governo è quella di contenere il disastro economico e Rishi Sunak è l’uomo a cui è stato affidato il beau rôle di dire al paese che i soldi ci sono e che se non ci sono si trovano, roba da far impallidire anche il laburista di manica più larga. Certo, è una bella sceneggiatura rispetto a quando ai cancellieri venivano date da pronunciare battute degne di Dracula su austerità, tagli e salassi fiscali, ma sappiamo anche che dopo il “whatever it takes” c’è il fatto, ineluttabile, che “domani è un altro giorno” e tutto quel debito – fino ad ora sono stati 130 i miliardi di sterline spesi per tamponare l’emergenza – peserà sulle spalle di qualcuno.

 

Ma per ora la priorità è combattere la disoccupazione al grido di “jobs, jobs, jobs” e far girare l’economia, dando sostanza al soufflé nato sgonfio del “new deal” sparagnino di Boris Johnson magari con la solita (e solida) strategia di abbassare le aspettative e annunciare più del previsto. Questa sarà una settimana cruciale e la speranza è che il discorso di mercoledì invogli il grande consumatore britannico ad alzarsi dalla sdraio e andare a spendere in giro: l’imposta di bollo verrà abolita per chi compra una casa sotto le 500 mila sterline, chi assume giovani potrebbe ricevere fino a mille sterline, l’Iva verrà ridotta nel settore dell’ospitalità per proteggere i 2,4 milioni di posti di lavoro di pub e ristoranti, 100 milioni serviranno a programmi di apprendistato per i giovani.

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Ma ci saranno anche, inevitabili, le cattive notizie: entro fine ottobre lo schema del “furlough” che permette alle aziende di pagare fino all’80 per cento degli stipendi verrà progressivamente ritirato, favorendo il rientro al lavoro e il ritorno dell’attività entro i limiti permessi dalle misure di cautela, per evitare che i lavoratori restino per sempre in “animazione sospesa”, come spiegato da Boris con caratteristico humour. Questo fine settimana di ritorno alla vita quasi normale, con la rischiosissima riapertura dei pub quando il Covid appare tutt’altro che sotto controllo, servirà anche a capire se, come dice Andy Haldane della Banca d’Inghilterra, ci sarà una ripresa a V anche senza troppi stimoli. Il pil è crollato del 10,4 per cento nel trimestre finito ad aprile. Chissà se l’ottimismo diligente del secchione Rishi basterà ad accompagnarlo verso la risalita.

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