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Sigillare gli USA

Daniele Ranieri

Trump annuncia il blocco di tutta l’immigrazione legale per tirarsi fuori dalla crisi che devasta l’America

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Roma. Dopo un pomeriggio passato a deliberare e fare piani con il suo staff, il presidente americano Donald Trump lunedì notte ha annunciato che bloccherà l’immigrazione legale negli Stati Uniti con un ordine esecutivo. Ogni anno circa mezzo milione di persone entra nel paese per lavorare grazie a permessi temporanei, che ora non ci saranno più. I collaboratori di Trump sentiti dai giornali dicono che non sarà un divieto a lungo termine e che non sanno da quando comincerà – ma assicurano molto presto. Il presidente nel suo tweet fornisce due motivazioni per l’ordine esecutivo. La prima è che non vuole che gli stranieri facciano concorrenza “ai grandi lavoratori americani” nella fase di crisi economica causata dalla pandemia, la seconda è che non vuole possibili contagi di ritorno da persone che arrivano dall’esterno. Ci saranno esenzioni per lavoratori molto qualificati o che comunque sono ritenuti indispensabili. Il sistema ospedaliero americano fa affidamento su quasi un trenta per cento di dottori stranieri (fonte: Migration Policy Institute) e questo non è il periodo giusto per svuotarlo del personale.

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Roma. Dopo un pomeriggio passato a deliberare e fare piani con il suo staff, il presidente americano Donald Trump lunedì notte ha annunciato che bloccherà l’immigrazione legale negli Stati Uniti con un ordine esecutivo. Ogni anno circa mezzo milione di persone entra nel paese per lavorare grazie a permessi temporanei, che ora non ci saranno più. I collaboratori di Trump sentiti dai giornali dicono che non sarà un divieto a lungo termine e che non sanno da quando comincerà – ma assicurano molto presto. Il presidente nel suo tweet fornisce due motivazioni per l’ordine esecutivo. La prima è che non vuole che gli stranieri facciano concorrenza “ai grandi lavoratori americani” nella fase di crisi economica causata dalla pandemia, la seconda è che non vuole possibili contagi di ritorno da persone che arrivano dall’esterno. Ci saranno esenzioni per lavoratori molto qualificati o che comunque sono ritenuti indispensabili. Il sistema ospedaliero americano fa affidamento su quasi un trenta per cento di dottori stranieri (fonte: Migration Policy Institute) e questo non è il periodo giusto per svuotarlo del personale.

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In questi mesi l’arrivo di stranieri negli Stati Uniti è molto più difficile che in tempi normali perché c’è un divieto d’ingresso che riguarda la Cina in vigore da gennaio e un altro che riguarda tutti i paesi dell’Europa in vigore da marzo. Tutte le procedure di approvazione sono state rallentate, con disposizioni che avevano come obiettivo rendere più arduo l’ingresso nel paese. Inoltre le misure emergenziali legate alla pandemia permettono di respingere i pochi immigrati alla frontiera con il Messico – questa volta irregolari, ma il loro numero è calato del 97 per cento nell’ultimo mese (fonte: Bbc) – con una procedura più spedita che dura pochi minuti. Il traffico aereo è diventato raro rispetto a prima e questo vuol dire che gli eventuali arrivi da fuori sono molto meno numerosi. 

 

Per questo l’annuncio di lunedì notte riguarderà molto probabilmente la lunga fase di recupero che seguirà al disastro di questo mese, almeno fino alle elezioni di novembre. Di fatto se l’ordine esecutivo entrasse in vigore oggi non cambierebbe molto la situazione.

 

Trump in questi anni aveva fatto della campagna permanente contro l’immigrazione sia legale sia illegale il tratto più riconoscibile della sua politica, che poggia su due misure-simbolo: il divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana considerati pericolosi e la costruzione di una barriera fisica al confine con il Messico. A gennaio 2019 pur di strappare ai democratici i finanziamenti per il Muro il presidente aveva mandato l’intero governo in shutdown – succede quando il Congresso non approva il budget per la macchina statale e tutte le attività non essenziali si fermano – ed era stato lo shutdown più lungo e dannoso della storia degli Stati Uniti. Alla fine aveva dovuto desistere, ma il segnale era stato chiaro.

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Sul dossier immigrazione Trump è convinto di giocarsi tutta la reputazione davanti alla base dei suoi fedelissimi e vuole qualcosa da esibire in campagna elettorale. Ed eccoci alla crisi di questi giorni, che nel frattempo ha messo il presidente in una posizione molto difficile. Non soltanto la pandemia ha spazzato via qualsiasi possibilità di avere un’economia solida e funzionante in America entro le elezioni – sarebbe stata l’argomento vincente e senza sforzo per Trump – ma il numero di morti e di contagiati così alto, come in nessun’altra parte del mondo, viene da molti addebitato a lui, che per mesi con la sua incapacità di capire o di prendere sul serio il problema ha ignorato tutti gli allarmi chiarissimi che riguardavano il Covid-19. Basterebbe mettere in fila tutte le dichiarazioni di Trump sul virus fatte davanti alle telecamere per fare uno spot micidiale – e chissà se lo sfidante Joe Biden, con la campagna elettorale in panne per colpa della pandemia e con 187 milioni di dollari di svantaggio rispetto a Trump (fonte: Washington Post) ci pensa.

  

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L’annuncio del blocco totale dell’immigrazione ha il potenziale per interrompere il flusso di accuse continue contro il presidente e per galvanizzare i suoi – e la crisi causata dal coronavirus offre un contesto perfetto. Così anche l’Amministrazione Trump si è svegliata dai giorni della paralisi e ha deciso di sfruttare le circostanze, per pessime che siano.

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