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Bernie, ora fermati

Redazione

Biden vince anche l’ultimo giro di primarie. La fiducia degli elettori è per lui

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L’ultima tornata di primarie americane ha mostrato ancora una volta che l’elettorato democratico non crede nella possibilità che Bernie Sanders possa battere Donald Trump alle presidenziali di novembre. Joe Biden ha vinto in Florida, Illinois e Arizona – in Florida e Illinois la maggior parte delle persone intervistate nelle rilevazioni aveva detto di essere a favore del Medicare for All, la proposta che definisce la candidatura di Sanders. Se il senatore del Vermont non vince in stati così, come potrà farlo a novembre? Biden al contrario continua a consolidare il suo vantaggio, non soltanto in termini aritmetici – Biden ha 1.147 delegati contro gli 861 di Sanders – ma anche nella costruzione di una coalizione elettorale non soltanto molto più compatta di quella di Hillary Clinton nel 2016, ma che comprende anche elettori che quattro anni fa avevano deciso di fidarsi di Trump. I margini sono piccini, e vanno tutti nella direzione di Biden.

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L’ultima tornata di primarie americane ha mostrato ancora una volta che l’elettorato democratico non crede nella possibilità che Bernie Sanders possa battere Donald Trump alle presidenziali di novembre. Joe Biden ha vinto in Florida, Illinois e Arizona – in Florida e Illinois la maggior parte delle persone intervistate nelle rilevazioni aveva detto di essere a favore del Medicare for All, la proposta che definisce la candidatura di Sanders. Se il senatore del Vermont non vince in stati così, come potrà farlo a novembre? Biden al contrario continua a consolidare il suo vantaggio, non soltanto in termini aritmetici – Biden ha 1.147 delegati contro gli 861 di Sanders – ma anche nella costruzione di una coalizione elettorale non soltanto molto più compatta di quella di Hillary Clinton nel 2016, ma che comprende anche elettori che quattro anni fa avevano deciso di fidarsi di Trump. I margini sono piccini, e vanno tutti nella direzione di Biden.

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Il confronto potrebbe – anzi, dovrebbe – continuare, visto che la scelta tra moderati e radicali è la questione più rilevante che da molti anni tormenta le sinistre occidentali: una risposta è non soltanto benvenuta, ma necessaria. Però c’è l’emergenza del coronavirus e sappiamo come andrà a finire: lo stato di paralisi. Molti stati stanno posticipando le date delle primarie, ma le date indicate potrebbero non essere rispettate perché non si sa per quanto tempo saranno in vigore le misure d’emergenza contro la pandemia.

   

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Il rischio che le primarie non si possano svolgere è molto alto e quindi le pressioni su Sanders aumentano: fermati, hai perso, il tempo non gioca né a tuo favore né a favore del Partito democratico. I sandersiani sono furibondi: il loro movimento si fondava su grandi assembramenti e molto attivismo mediatico. I primi sono vietati e i media si occupano soltanto della pandemia: non è una sconfitta sul campo, questa. Ma la buona ragione perché Sanders decida di fermarsi è un’altra: la sua promessa di mobilitazione e di creazione di una coalizione elettorale alternativa a quella di Biden non è stata mantenuta, ben prima dell’emergenza. Questa è una sconfitta sul campo, il motivo per cui il ritiro di Sanders sarebbe di buon senso.

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