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Più immigrazione per combattere la denatalità. La ricetta della destra in Uruguay

Maurizio Stefanini

“Siamo un paese di vecchi in via d’estinzione”. Il neopresidente Luis Alberto Lacalle Pou, del Partido Nacional, renderà più flessibili i requisiti per ottenere la cittadinanza fiscale

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“Vogliamo più immigrati!”. È il proposito di Luis Alberto Lacalle Pou. Lo ha annunciato in un'intervista alla Cnn, poco prima del suo insediamento alla presidenza dell’Uruguay, avvenuto domenica. Una volontà controcorrente, almeno per come va la politica mondiale di questi tempi. Ma la cosa è ancora più straordinaria se si tiene presente che Luis Alberto Lacalle Pou non è di sinistra, ma di destra, esponente del Partido Nacional, uno dei più antichi partiti conservatori al mondo, erede di quel Partito Blanco contro cui combatté Giuseppe Garibaldi assieme ai colorados durante l'assedio di Montevideo. All'epoca i “Blancos”, come ancora li chiamano in modo informale, erano il partito dell’interno rurale e della tradizione ispanica, ostili agli immigrati, soprattutto italiani, che vivevano soprattutto nella capitale. Altri tempi, ovviamente. Nel nuovo governo Blancos e Colorados staranno assieme, dopo aver fatto blocco al ballottaggio per sconfiggere la sinistra del Fronte Ampio, che è tornata all’opposizione dopo tre mandati. E Lacalle Pou ha appunto detto che ha l’intenzione di “aprire le frontiere” al fine che “migliaia di migranti” si possano stabilire in un paese che ha gravi problemi di invecchiamento. Da una trentina d’anni l’Uruguay ha una popolazione quasi stabile – 3,11 milioni di abitanti nel 1990, 3,48 oggi – ma con un tasso di ultrasettantenni in continua ascesa, 74 ogni 100 abitanti. “Siamo un paese di vecchi in via d’estinzione”, disse già diversi anni fa all’ex-presidente Pepe Mujica.

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“Vogliamo più immigrati!”. È il proposito di Luis Alberto Lacalle Pou. Lo ha annunciato in un'intervista alla Cnn, poco prima del suo insediamento alla presidenza dell’Uruguay, avvenuto domenica. Una volontà controcorrente, almeno per come va la politica mondiale di questi tempi. Ma la cosa è ancora più straordinaria se si tiene presente che Luis Alberto Lacalle Pou non è di sinistra, ma di destra, esponente del Partido Nacional, uno dei più antichi partiti conservatori al mondo, erede di quel Partito Blanco contro cui combatté Giuseppe Garibaldi assieme ai colorados durante l'assedio di Montevideo. All'epoca i “Blancos”, come ancora li chiamano in modo informale, erano il partito dell’interno rurale e della tradizione ispanica, ostili agli immigrati, soprattutto italiani, che vivevano soprattutto nella capitale. Altri tempi, ovviamente. Nel nuovo governo Blancos e Colorados staranno assieme, dopo aver fatto blocco al ballottaggio per sconfiggere la sinistra del Fronte Ampio, che è tornata all’opposizione dopo tre mandati. E Lacalle Pou ha appunto detto che ha l’intenzione di “aprire le frontiere” al fine che “migliaia di migranti” si possano stabilire in un paese che ha gravi problemi di invecchiamento. Da una trentina d’anni l’Uruguay ha una popolazione quasi stabile – 3,11 milioni di abitanti nel 1990, 3,48 oggi – ma con un tasso di ultrasettantenni in continua ascesa, 74 ogni 100 abitanti. “Siamo un paese di vecchi in via d’estinzione”, disse già diversi anni fa all’ex-presidente Pepe Mujica.

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“D’accordo con la mia squadra di governo, sono deciso ad aprire le nostre frontiere in modo che migliaia di persone possano venire a vivere nel nostro paese, qualunque sia la loro nazionalità”, ha sottolineato. A cambiare saranno le normative fiscali e legali, in modo da ridurre il capitale e i giorni di permanenza che sono ora necessari per ottenere la residenza fiscale. Non per fare dell’Uruguay un paradiso fiscale, ha puntualizzato, ma perché c’è bisogno di “un paese con più abitanti, dove si possa lavorare, investire e espandere la nostra base di consumo”. Già prima di fare queste dichiarazioni il presidente aveva detto di voler rendere più flessibili i requisiti di migrazione in modo da consentire consentire ad almeno 100.000 argentini di stabilirsi in Uruguay. Un invito allettante, nel momento in cui il paese dirimpettaio ha di nuovo problemi economici. Adesso Lacalle Pou ha precisato che l’invito non è rivolto solo agli argentini.

    

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L’unico paletto che ha stabilito è che i migranti abbiamo come valore “la democrazia e il rispetto della legge”. Per ribadire questo principio, i governanti di regimi “dittatoriali” come Cuba, Nicaragua e Venezuela non sono stati invitati all’insediamento, dove pure c'erano 120 delegazioni. Allo stesso tempo il presidente ha però annunciato che la sinistra del Fronte Ampio, pur sconfitta alle elezioni, avrà 34 cariche pubbliche, “Come abbiamo detto in campagna elettorale, vogliamo l’opposizione rappresentata negli organi dello stato”, ha spiegato via Twitter.

 

Lacalle Pou, 46 anni, è figlio e nipote d’arte. Il Partido Nacional negli ultimi 154 anni è andato al governo tre volte: col suo bisnonno, con suo padre e con lui. E anche sua madre Julia Pou era senatrice. Luis Alberto de Herrera, il suo bisnonno, guidava il Partido Nacional quando nel 1958 vinse le elezioni contro i Colorados, per la prima volta dopo 93 anni. Suo padre Luis Alberto Lacalle fu presidente dal 1990 al 1995. Lui ha vinto dopo 15 anni di governo della sinistra, sconfiggendo Daniel Martínez. Come prima misura ha presentato una “Legge di Urgente Considerazione” di ben 457 articoli, i cui contenuti vanno dalla riforma del sistema previdenziale a lotta contro una criminalità in crescita.

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