Jordan Barella del Rassemblement national in un dibattito in televisione accanto a Nicolas Dupont-Aignan e Nathalie Loiseau (Foto LaPresse)

Jordan Bardella e lo scolapasta rosso rappresentano il lepenismo alle europee

Micol Flammini

Il volto fresco e giovanissimo del capolista del Rassemblement national alle elezioni di maggio 

Roma. Giovedì sera, nel trambusto di quel mercato che avrebbe dovuto essere il primo dibattito elettorale per le europee, c’era anche lui. Jordan Bardella con uno scolapasta in mano. Ogni candidato aveva con sé un oggetto, ciascuno avrebbe dovuto spiegare il senso di quello che aveva portato negli studi di France 2, ma le spiegazioni spesso poco pertinenti si sono perse tra le accuse, le insinuazioni e la stanchezza del povero Thomas Sotto, il giornalista chiamato a moderare il dibattito tra i candidati.

 

Con il suo scolapasta, simbolo secondo lui dell’Europa, Bardella, candidato per il partito di Marine Le Pen, Rassemblement national, cercava in ogni modo di portare avanti le sue ragioni, uscendo anche, a tratti, da quei modi pacati e dall’eleganza affettata che lo avevano contraddistinto finora. Il programma degli ex frontisti lo ha toccato tutto, cercando soprattutto lo scontro con Nathalie Loiseau, la candidata per la République En Marche. È una questione ideologica, certo, non c’è nulla di più distante di lepenisti e macroniani, ma Bardella è stato scelto come volto del Rassemblement anche e soprattutto per la sua gioventù, da contrapporre a quella di Emmanuel Macron, oltre che per la sua fedeltà, cieca. Per lui l’appartenenza al partito di Marine Le Pen è quasi una vocazione.

 

“Sono un pessimo cliente per i giornalisti” aveva detto a dicembre Jordan Bardella ai media riuniti attorno lui. Eppure nel 2017 è stato scelto come portavoce, oltre a essere il direttore nazionale di Génération nation, il movimento dei lepenisti più giovani. Bardella è giovane, anzi giovanissimo, ha 23 anni ma la sua storia politica è iniziata da tempo. Da quando a 16 anni decise di entrare in quel partito che ancora si chiamava Front national e a 19 era consigliere regionale dell’Île de France, una storia antica, e un’intuizione, perché Bardella – di padre piemontese – si è dedicato a racimolare, grattare e conquistare i voti delle banlieue capendo che quel mondo di disagio e scontentezza che un tempo cercava soluzioni a sinistra ora invece iniziava ad ascoltare le idee di destra, a farsi sedurre e ammaliare dalle battaglie frontiste.

  

 Jordan Barella con lo scolapasta al dibattito tra i candidati alle elezioni europee (Foto via Twitter)


  

Il suo volto, sbarbato e fresco, spunta ovunque sul profilo Twitter di Marine Le Pen. Loro due abbracciati, lei che parla, lui che annuncia. A lui, alla sua freschezza e soprattutto alla sua dedizione, la leader del Rassemblement national starebbe affidando il rilancio del partito. “Io non sono candidato a nulla – aveva detto al Monde a dicembre – andrò dove mi sarà chiesto di andare”. Qualche mese fa erano soltanto pettegolezzi, ma ora Bardella è candidato davvero. Lui con i suoi modi posati, le sue parole composte e la sua fedeltà, estrema ma senza apparenti sbavature di fanatismo. Bardella vanta anche altre amicizie importanti, vicino a Frédéric Chatillon, ex capo del partito di estrema destra Gup ed amico di lunga data di Marine Le Pen. Ai frontisti serviva un volto giovane e neutrale, che non desse risposte esagerate, ma sempre pacate e nel giovanissimo Jordan hanno trovato una figura perfetta e lontana da scandali.

  

Nella sua storia politica c’è un’altra amicizia importante, quella con Florian Philippot, ai quali molti attribuiscono la creazione del Front National, la riuscita di quell’impresa di portare il partito ereditato dalla figlia di Jean-Marie Le Pen a quel 21,3 per cento con il quale riuscì ad arrivare al ballottaggio e sfidare Emmanuel Macron. Philippot ha abbandonato il partito proprio nel 2017, ma prima lo ha tirato su, ha cresciuto le nuove leve, tra le quali già spiccava Jordan Bardella. Giovedì sera erano lì, tutti e due, si sono evitati, non si sono interrotti, hanno tentato di non farsi guerra, un segno di protezione da parte del mentore verso il suo protégé e di rispetto da parte del protégé verso il suo mentore. Oppure il segno che mentre Philippot, con la baguette in mano per manifestare contro l’aumento del prezzo del pane con il passaggio dal franco all’euro, era lì nella speranza di arrivare al 3 per cento, Bardella, con lo scolapasta rosso, cercava la vittoria.

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