Gli aiuti umanitari inviati dall'America in Venezuela (Foto LaPresse)

Maduro accetta gli aiuti russi

Redazione

Sì a Mosca, mentre i prodotti americani marciscono alla frontiera

"Arrivano trecento tonnellate di aiuto e assistenza umanitaria dalla Russia”, ha annunciato oggi a sorpresa il venezuelano Nicolás Maduro, mentre chiudeva le frontiere. Trecento tonnellate è anche il quantitativo inviato dall’Usaid, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, cui si devono aggiungere per lo meno altre 17 tonnellate di provenienza cilena e 17 di provenienza colombiana. E altre 70 tonnellate francesi dovrebbero presto seguire, come prima avanguardia europea. “Una valanga umanitaria” che secondo il presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó dovrebbe entrare a partire da sabato. “Sono medicine di alto costo”, dice Maduro descrivendo l’aiuto russo, anche per confermare l’immagine che il regime vuole dare: non c’è alcuna emergenza umanitaria in Venezuela, c’è soltanto una carenza di certi prodotti a causa delle sanzioni – in particolare, l’85 per cento dei medicinali è irreperibile.

 

Vari studi hanno però dimostrato che nel paese manca soprattutto il cibo, al punto che i cittadini perdono una media di sette chili di peso ogni anno. E mancano anche i prodotti igienici di base: l’aiuto dell’Usaid consiste infatti innanzitutto in kit di sapone, spazzolini e dentifricio sufficienti a 7.500 venezuelani per dieci giorni. E poi supplementi nutrizionali di alto valore proteico per provvedere a 6.700 bambini con denutrizione moderata per due mesi; gallette energetiche per 10 mila scolari per un mese; kit di olio vegetale, farina, lenticchie e riso per 5.000 venezuelani per dieci giorni. Ma Maduro sta lasciando marcire ogni cosa, perché non vuole fare entrare gli aiuti degli yankee. Nel frattempo ha anche annunciato un controconcerto, in contrapposizione al Venezuela Aid Live che una quantità di popstar organizzerà domani al confine. Secondo l’analisi del biografo di Chávez Alberto Barrera Tyszka, è l’ulteriore riprova di come Maduro abbia ormai perso ogni iniziativa politica: si limita a copiare quelle dell’opposizione, ma chiudendo le frontiere.

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