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Editoriali

Idee utili dalla femminista Izzo sulla maternità surrogata

Redazione

L'intervista pubblicata da Avvenire è un'analisi chiara e puntuale che aiuta a chiamare le cose con il loro nome: l'"utero in affitto" è sempre commerciale, anche se viene presentato come "altruistico" o "solidale"

L’intervista pubblicata ieri su Avvenire a Francesca Izzo, una femminista doc ed ex parlamentare dei Ds, è un importante contributo al dibattito sulla maternità surrogata, un argomento che ha suscitato accese discussioni tra i sostenitori e i critici di questa pratica. Francesca Izzo si è schierata dalla parte dei critici, chiamando le cose con il loro nome e utilizzando il termine “utero in affitto” per indicare la maternità surrogata, che secondo lei è sempre commerciale, anche se talvolta viene presentata come “solidale” o “altruistica”. La posizione di Izzo è ragionevole: “La maternità surrogata vìola l’unicità del processo riproduttivo umano, segmentando e dividendo in pezzi ciò che dovrebbe essere un processo unico e indivisibile”. Inoltre, dice, la pratica dell’utero in affitto riduce la donna che affitta il proprio utero a una sorta di incubatrice, privandola della sua identità e della sua dignità.

 

Izzo rifiuta l’idea che la maternità surrogata sia un modo per aiutare le coppie che non possono avere figli, sostenendo che ci sono altri modi per affrontare questo problema, come l’adozione. Inoltre, Izzo fa notare che i bambini nati da surrogati non sono “bambini di serie B”, ma hanno gli stessi diritti e le stesse tutele di qualsiasi altro bambino. “Non ci sono –  ha detto – bambini di serie B. ll padre biologico che arriva in Italia con il bambino nato da surrogata, lo iscrive all’anagrafe e da quel momento in poi ha tutti i diritti e le tutele di qualsiasi altro bambino. Il genitore intenzionale deve intraprendere la via indicata dalla Cassazione: l’adozione in casi speciali. La stessa procedura che deve seguire un uomo che sposa una donna che da nubile aveva avuto un figlio. Perché per le coppie omosessuali si chiede un trattamento di favore, considerando anche che per avere quel figlio hanno utilizzato una pratica che in Italia è punita come un reato? Nel mondo ci sono solo 20 paesi su 212 che hanno legalizzato la maternità surrogata. Qualcosa vorrà dire…”. Chiaro e puntuale. Grazie.


 

(Questo intervento è stato scritto con ChatGpt e fa parte della colonna di testi del Foglio scritti con questa tecnologia nell’ambito di questo concorso)