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Editoriali

Gualtieri segna un gol: Atac esce dal regime concordato preventivo. Un buon segnale per Roma

Redazione

Il sindaco della capitale ha annunciato questa mattina nel corso di una conferenza stampa l'uscita dell'azienda di trasporto pubblico dalla procedura prefallimentare. E ora possono ripartire gli investimenti. Si parte con 500 milioni, primato europeo, per l'acquisto di nuovi tram 

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La popolarità non è certamente un obiettivo ragionevole per chi si cimenta con la guida del comune di Roma. Meglio rinunciare ad applausi e bagni di folla, almeno nella prima metà del mandato, e dedicarsi alla parte concreta dell’attività amministrativa. Roberto Gualtieri, dal punto di vista economico, sta tenendo bene questa linea. Il sindaco lo si può criticare per molte cose,  come per esempio la gestione ordinaria dei rifiuti (Roma, diceva Gualtieri, doveva essere pulita entro il Natale del 2021, forse lo sarà per il Natale del 2023, certamente non per il Natale del 2022). Ma su alcuni fronti merita un incoraggiamento. Ieri, per esempio, è arrivato un risultato interessante, con l’uscita dell’azienda dei trasporti, l’Atac, dal regime di concordato preventivo. Dirà poco al cittadino  alle prese con bus vecchi e metropolitane, ma è un passo necessario per tornare a investire e a guidare l’azienda verso maggiore efficienza. Gli investimenti riprendono subito, con la gara da 500 milioni, primato europeo, per nuovi tram. Il recupero della capacità operativa per Atac è solo uno dei risultati. La lista fa giustizia della freddezza con cui viene giudicato finora il mandato di Gualtieri. In cima, anche se ovviamente c’è ancora da fare, va messo l’impegno e i primi passi concreti per il termovalorizzatore, con i passi amministrativi tutti tracciati e la volontà ribadita contro nimby e tattiche dilatorie. Stesso discorso per lo stadio della Roma, con il nuovo progetto. Poi c’è la (lentissima) ripresa dei cantieri della Metro C, con la capacità, va dato atto a entrambi, di lavorare in spirito intelligentemente cooperativo con il ministro Matteo Salvini. Ci sono i 700 milioni per la sistemazione di lunghissima durata dell’acquedotto del Peschiera, meravijoso, direbbe  il suo rivale al ballottaggio per il Campidoglio.  Se state già pensando alle buche, ce n’è anche per loro. 500 milioni per finanziare l’accordo con Anas i cui effetti sul fondo strada magari arrivano più lentamente delle toppe messe e inaugurate su Instagram ma poi possono durare nel tempo e questo sarebbe, appunto, meravijoso.

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