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EDITORIALI

L'economia del new normal: un altro vaccino contro Omicron

Redazione

I numeri sul pil e sui consumi indicano un'altra strada, insieme a quella sanitaria, per uscire dalla pandemia

Crescita del pil a fine 2021 al 6,2 per cento, e dei consumi al 5,1. Ma alcuni settori, in particolare ristoranti e alberghi, sono ancora in perdita, in questo caso rispetto a due anni fa, rispettivamente del 27,3 e del 35 per cento. Sono i dati del consuntivo 2021 dell’Ufficio studi della Confcommercio, che prevede il completo ritorno ai livelli pre pandemia nel 2023. Come tutte le statistiche anche queste si leggono a seconda dei punti di vista, ed è naturale che chi rappresenta il mondo delle vendite sottolinei le criticità, e i bilanci in rosso. Tuttavia se il dato del pil, che è raffrontato al 2020, rispecchia quello atteso dal governo, mentre anche la ripresa dei consumi si confronta con l’anno scorso, per le altri percentuali il paragone è con l’ultimo anno “normale”, benché il 2019 appaia oggi come un’èra remota.

 

Eppure che il turismo, il settore più critico, abbia attraversato in due anni la maggior crisi dal Dopoguerra è evidente, tuttavia il calo del 35 per cento non è l’apocalisse rispetto alle assenze in albergo rilevate in alcune città, quali Venezia, che lamentano crolli dell’80 per cento. È possibile che tutti abbiano ragione, però non dimentichiamo che il paese viene da un primo periodo (il lockdown del 2020) di chiusure totali e di blocco della circolazione all’interno e dall’estero; da un secondo semi-lockdown (fine 2020-inizio 2021), comprensivo di coprifuoco e altre restrizioni anche nelle vite private. Ricordiamolo: quei due periodi coincidono con l’assenza del vaccino. Vista così la ripresa del 5,1 per cento in tutto lo scorso anno, quando ci siamo vaccinati, pur con un buco da colmare del 7,3 rispetto al 2019, è incoraggiante. Non parliamo di buone notizie, è prematuro, e anche per scaramanzia. Ma vaccini, e ora anche cure, ci sono; e il trend è verso l’alto. Chi ha motivi di lamentarsi è giusto che lo faccia, e Confcommercio chiama poi in causa un ristabilimento del quadro macroeconomico (cioè il ritorno alla produzione e al reddito), oltre alla voglia di spendere e viaggiare. Ma aria di new normal c’è anche qui.

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