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Editoriali

L'estremismo della sinistra americana sull'autonomia della Fed

Redazione

La pericolosa battaglia della senatrice Warren mette in pericolo il secondo mandato di Powell

Ora che in Italia le loro fortune si fanno traballanti, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, alfieri dell’euroscetticismo della Lega e nemici dell’autonomia della Banca d’Italia, trovano proseliti dall’altra parte dell’Atlantico. Però a sinistra. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve americana, il cui primo mandato scade a novembre, è sotto attacco di Elizabeth Warren, esponente dell’ala radicale dei democratici e già a capo di un comitato speciale del congresso per indagare sui salvataggi bancari post Lehman Brothers (i B&B salviniani avevano proposto qualcosa di simile), carica che le valse il soprannome di “sceriffa di Wall Street”. Sconfitta alle primarie 2020, può prendersi la rivincita bloccando la carriera di Powell nel bel mezzo dell’attuazione del piano governativo di rilancio, che solo parzialmente dipende dalla Fed mentre la Banca centrale deve decidere l’inizio graduale del rialzo dei tassi.

 

Il mandato di Powell scade a febbraio 2022 ma è a novembre che la Casa Bianca decide l’eventuale riconferma. La Fed è più politicizzata della Banca d’Italia e della Bce, ma ha sempre goduto di abbondante autonomia ricambiata dalla collaborazione istituzionale con il governo: Alan Greenspan, repubblicano, ha servito sotto Ronald Reagan, George H. Bush, Bill Clinton e George W. Bush. Paul Volcker, democratico, restò in sella con Jimmy Carter e Reagan. Ben Bernanke, democratico, con Bush Jr. e Barack Obama. Per 40 anni tutti i presidenti della Fed si sono visti confermare per almeno un mandato, fino a Janet Yellen, democratica e attuale segretaria al Tesoro, che fu congedata da Donald Trump mentre Powell rischia di essere mandato a casa dalla sinistra. Su di lui pesano le dimissioni di due dirigenti della Fed accusati di trading, ma l’obiettivo della Warren e dei suoi è ottenere una politica monetaria più espansiva, controllata dal Congresso ora in mano dei dem. Probabilmente il vero bersaglio è  Biden. Con la Fed, la Warren gioca al populismo facile come già Trump. Un gioco che piace ancora ai sovranisti italiani.