EDITORIALI

Vincere senza voti

Redazione

Il turco Erdogan ha un piano di riforma elettorale per mettersi in salvo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha mai perso un’elezione da quando si è candidato come sindaco di Istanbul nel 1993. Da quel momento è stato un crescendo e quando alle elezioni del 2015 il suo partito vinse ma non ottenne un numero soddisfacente di voti,  Erdogan le fece ripetere. Il suo partito Akp però è sceso dal 42 per cento  al 36 e anche il suo partner principale, l’Mhp dal 15 è scivolato all’8 per cento. Nell’ultimo periodo la crisi economica, l’abbandono dell’Akp da parte di due esponenti importanti (uno era suo genero) e la pandemia hanno eroso mese dopo mese il consenso del presidente e del suo partito. Erdogan poi ha intrapreso una politica estera più assertiva, interventi militari che lo hanno portato a scontrarsi con Stati Uniti e Ue e ad avvicinarsi alla Russia, e questo non ha fruttato in termini di politica interna. Ma Erdogan ha un piano: tre membri del suo partito hanno detto a Reuters che il presidente sta pensando a una riforma  elettorale che possa assicurare la vittoria  nel 2023. Lo ha ammesso anche il presidente, senza scendere nel dettaglio: “Stiamo iniziando un ampio lavoro (...) per migliorare la partecipazione democratica”.

 

   

I tre membri dell’Akp hanno raccontato qualcosa in più e una delle riforme consisterebbe nel dividere grandi distretti elettorali in circoscrizioni più piccole. Questa mossa, assicurano, aumenterebbe il numero di parlamentari dell’Akp. Ma starebbero pensando anche ai loro alleati e abbassando la soglia di sbarramento dal 10 al 7 per cento si assicurerebbero l’appoggio di alcuni partner nazionalisti. La parabola discendente di Erdogan era già iniziata nelle elezioni locali del 2019, quando perse tre  città, anche Istanbul;  il presidente adesso sta pensando a come preservare la sua carriera e anche la sua eredità, per questo raschia il fondo del consenso e ridisegna la mappa elettorale della Turchia. Non è il solo uomo forte che cerca di mettersi in salvo. Vladimir Putin ci ha pensato prima. 

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