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Editoriali

Maresca scandalizza persino De Magistris

Redazione

Può il centrodestra candidare a sindaco di Napoli chi fa il magistrato in città?

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Si era già reso disponibile pubblicamente per candidarsi alle scorse elezioni regionali per sfidare il presidente della Campania Vincenzo De Luca: “Ho registrato con grande soddisfazione che attorno alla mia persona si sta formando una mobilitazione civile enorme, che mi riempie di orgoglio”, dichiarò. Ma poi non se ne fece nulla, perché i partiti di centrodestra non trovarono un accordo sul suo nome e ripresentarono l’ex governatore Stefano Caldoro. Poco male, perché ora è proprio lo stesso Caldoro che lo lancia per le prossime amministrative: “La candidatura di Catello Maresca c’è e punta a costruire qualcosa di nuovo per Napoli dopo trent’anni di amministrazione rossa e arancione”, ha dichiarato al Riformista il massimo esponente di Forza Italia in regione, ufficializzandone la candidatura: “Non ci sono dubbi sul fatto che Maresca sia in campo”.

 

D’altronde la vera investitura c’era già stata un mese fa, quando Matteo Salvini parlando dei candidati del centrodestra alle amministrative disse: “A Napoli c’è Catello Maresca”. Tutto bene, non fosse per quel piccolo problema che Maresca è un magistrato. Non solo. E’ un sostituto procuratore generale a Napoli, cioè proprio la città in cui potrebbe diventare sindaco passando in un secondo dalla toga alla politica. Questo pone non tanto un problema di coerenza nel centrodestra, che si scaglia spesso contro la magistratura politicizzata, ma un problema istituzionale nella magistratura e nel Csm. La questione l’ha sollevata Luigi de Magistris: “Conosco Catello da molti anni, abbiamo un rapporto sul piano personale molto buono. Ma da sindaco ed ex magistrato trovo impensabile che un magistrato che per giunta esercita funzioni di procura, e quindi ha un osservatorio su tutti noi e sulla città, continui a fare il magistrato e contestualmente stia iniziando una campagna elettorale nella sua città. Credo che sia un problema per l’immagine complessiva della magistratura”. Che la lezione sulla politicizzazione della magistratura arrivi da De Magistris è quasi paradossale, ma dimostra quanto sia clamoroso il caso in questione.

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