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Editoriali

Un’agenda da non buttare

Redazione

Le critiche di Renzi all’efficienza del governo valgono a prescindere dalla crisi

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Le correzioni apportate alla prima bozza del Recovery plan italiano sono state sostanzialmente limitate a pur utili spostamenti del peso fra i settori, anche su sollecitazione di Matteo Renzi, ma hanno lasciato aperte alcune questioni decisive, che sono state sottolineate nelle osservazioni esposte su Repubblica da due economisti non schierati, Lorenzo Bini Smaghi e Carlo Cottarelli. I punti centrali sono le riforme necessarie per attirare investimenti produttivi in Italia e i meccanismi di controllo e di governo indispensabili per realizzare in tempi coerenti gli investimenti. A queste richieste, che investono la burocrazia, la giustizia e il fisco, dal governo non sono venute risposte, se non un impegno generico a riforme generiche, mentre servirebbero indicazioni specifiche su come questi settori cruciali vengono adeguati alle esigenze che nascono dalla situazione speciale che vive l’economia italiana.

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Le correzioni apportate alla prima bozza del Recovery plan italiano sono state sostanzialmente limitate a pur utili spostamenti del peso fra i settori, anche su sollecitazione di Matteo Renzi, ma hanno lasciato aperte alcune questioni decisive, che sono state sottolineate nelle osservazioni esposte su Repubblica da due economisti non schierati, Lorenzo Bini Smaghi e Carlo Cottarelli. I punti centrali sono le riforme necessarie per attirare investimenti produttivi in Italia e i meccanismi di controllo e di governo indispensabili per realizzare in tempi coerenti gli investimenti. A queste richieste, che investono la burocrazia, la giustizia e il fisco, dal governo non sono venute risposte, se non un impegno generico a riforme generiche, mentre servirebbero indicazioni specifiche su come questi settori cruciali vengono adeguati alle esigenze che nascono dalla situazione speciale che vive l’economia italiana.

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Anche sul tema della governance, dopo la ritirata della proposta iniziale di una task force che appariva sostitutiva delle funzioni ministeriali, il premier si è limitato a dire che il problema sarà affrontato. Sia Cottarelli sia Bini Smaghi hanno espresso consenso alla proposta avanzata in merito da Assonime (l’associazione delle società quotate) che consiste essenzialmente nell’affidamento a un ministro della responsabilità del coordinamento con poteri di intervento sull’organizzazione dei vari ministeri implicati. Se questa proposta, logica sul piano operativo, solleva problemi politici perché aggiunge al premier e al ministro dell’Economia una terza figura con responsabilità e poteri rilevanti, può essere sostituita da un’altra proposta alternativa, ma non può essere ancora una volta rinviata, perché il tempo ormai stringe e l’Europa giudicherà anche della fattibilità dei progetti presentati. La contingenza politica e la polemica contro le critiche renziane non giustificano l’incapacità o la riluttanza a rispondere in modo convincente a osservazioni puntuali che mettono l’accento su problemi operativi assolutamente reali e cruciali.

 

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