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editoriali

Il Venezuela frammentato

redazione

Si vota per l’Assemblea nazionale, la strategia dell’opposizione è il boicottaggio

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Domenica si vota in Venezuela per rinnovare l’Assemblea nazionale e nessuno riesce a vedere questo momento come un’opportunità di rinnovamento, come la possibilità di mettere fine al regime di Nicolás Maduro.  E’ presidente da oltre sette anni, periodo in cui  ha ridotto il Venezuela in povertà  con un calo del prodotto interno lordo del 30 per cento. Neppure l’opposizione, però,  riesce a vedere queste elezioni come una possibilità, sono aumentate le critiche interne e c’è chi chiede il boicottaggio. Anche Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea nazionale e nominato capo dello stato ad interim, chiede ai suoi elettori di boicottare un voto in cui non mancheranno tentativi di brogli da parte di Maduro. Alla proposta, il secondo uomo del regime, Diosdado Cabello, ha risposto: “Chi non vota, non mangia”.

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Domenica si vota in Venezuela per rinnovare l’Assemblea nazionale e nessuno riesce a vedere questo momento come un’opportunità di rinnovamento, come la possibilità di mettere fine al regime di Nicolás Maduro.  E’ presidente da oltre sette anni, periodo in cui  ha ridotto il Venezuela in povertà  con un calo del prodotto interno lordo del 30 per cento. Neppure l’opposizione, però,  riesce a vedere queste elezioni come una possibilità, sono aumentate le critiche interne e c’è chi chiede il boicottaggio. Anche Juan Guaidó, presidente dell’Assemblea nazionale e nominato capo dello stato ad interim, chiede ai suoi elettori di boicottare un voto in cui non mancheranno tentativi di brogli da parte di Maduro. Alla proposta, il secondo uomo del regime, Diosdado Cabello, ha risposto: “Chi non vota, non mangia”.

 

L’Assemblea è in mano all’opposizione formata dalla coalizione Mud (Tavolo dell’unità democratica), ma c’è adesso chi tra gli oppositori pensa sia arrivato il momento di dialogare con Maduro che promette di “lasciare la presidenza” se perderà. Il boicottaggio per l’opposizione è un modo anche per farsi guardare dalla comunità internazionale, per chiederle, come ha detto al Foglio la deputata Mariela Magallanes di “intervenire in difesa del popolo venezuelano”. Da un lato c’è l’inconcludenza dell’opposizione, le sue nuove divisioni, e l’evanescenza di Guaidó, dall’altro però ci sono anche nuove coalizioni a sinistra che hanno formato un fronte anti Maduro e le manifestazioni contro il regime in aree che un tempo erano le sue roccaforti, le zone rurali. In queste aree del paese, che sono anche le più povere, le proteste per la mancanza di beni di prima necessità – inutile dire che chi boicotterà il voto non mangerà, la fame è già un problema per i venezuelani: il 79 per cento, scrive l’Economist, vive in condizioni di povertà estrema  – sono state represse con la violenza. 

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