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editoriali

La frattura americana dell’AfD

redazione

Metà partito si congratula con Biden, metà parla di brogli. Una crisi esistenziale

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Dopo la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il partito tedesco di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) si è trovato davanti un nuovo dubbio esistenziale. I suoi membri avevano sperato nella vittoria di Donald Trump, che in questi quattro anni ha coltivato molto i suoi rapporti con i partiti nazionalisti europei, ma dopo l’assegnazione della  vittoria  al candidato democratico non sapevano se unirsi alle denunce di brogli del presidente in carica oppure se congratularsi con il presidente eletto. E’ stato  un fine settimana travagliato per un movimento politico formato ormai da due correnti che, a forza di correre una da una parte e una dall’altra, lo stanno facendo a pezzi. Una corrente, la più estremista,  non è disposta a riconoscere il risultato delle elezioni  fino a quando non lo farà Trump. L’altra invece sì.

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Dopo la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il partito tedesco di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) si è trovato davanti un nuovo dubbio esistenziale. I suoi membri avevano sperato nella vittoria di Donald Trump, che in questi quattro anni ha coltivato molto i suoi rapporti con i partiti nazionalisti europei, ma dopo l’assegnazione della  vittoria  al candidato democratico non sapevano se unirsi alle denunce di brogli del presidente in carica oppure se congratularsi con il presidente eletto. E’ stato  un fine settimana travagliato per un movimento politico formato ormai da due correnti che, a forza di correre una da una parte e una dall’altra, lo stanno facendo a pezzi. Una corrente, la più estremista,  non è disposta a riconoscere il risultato delle elezioni  fino a quando non lo farà Trump. L’altra invece sì.

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Ciò che accade dentro a Alternative für Deutschland è lo specchio di una crisi che, dopo le elezioni negli Stati Uniti, sta attraversando tutti i partiti  nazionalisti, tutti irrimediabilmente trumpiani, e tutti indecisi sul da farsi: se abbandonare la sceneggiata di un candidato sconfitto che parla di brogli o se accompagnarlo in questa ultima, pericolosa campagna contro la democrazia americana. Dentro all’AfD l’argomento ha aperto una crisi profonda e il partito non è riuscito a raggiungere una posizione unitaria: alcuni si sono congratulati con Biden, altri hanno denunciato il complotto dei democratici. Il copresidente dell’AfD, Jörg Meuthen, ha scritto su Twitter che “c’è ancora molta luce da fare”, Beatrix von Storch, vicepresidente del partito e nipote del ministro delle Finanze di Hitler, ha detto che non c’è ancora un vincitore, altri hanno definito Biden un “truffatore globalista”. I capigruppo dell’AfD al Bundestag invece hanno rilasciato un comunicato per augurare buona fortuna al presidente eletto. Al suo interno non mancano  occhiolini al trumpismo – “accettiamo la decisione democratica dei cittadini americani e siamo fiduciosi che eventuali irregolarità saranno risolte rapidamente” – ma le felicitazioni rimangono: “Auguriamo al futuro presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, tutto il meglio per i compiti che lo attendono”.

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