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Editoriali

Contenere l’immigrazione non è razzismo

Redazione

Anche gli immigrati si ammalano di covid, occuparsene è il minimo. Per contrastare la propaganda di Salvini serve una politica efficace

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Esiste una correlazione tra immigrazione e diffusione del virus? Marco Minniti aveva detto al Foglio che è evidente, e i dati che cominciano a essere resi noti confermano questa opinione. Nei centri di accoglienza sono stati riscontrati 665 casi positivi, che non sono moltissimi su una popolazione di circa 85 mila, ma che proprio per la difficoltà di controllo possono risultare piuttosto pericolosi.

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Esiste una correlazione tra immigrazione e diffusione del virus? Marco Minniti aveva detto al Foglio che è evidente, e i dati che cominciano a essere resi noti confermano questa opinione. Nei centri di accoglienza sono stati riscontrati 665 casi positivi, che non sono moltissimi su una popolazione di circa 85 mila, ma che proprio per la difficoltà di controllo possono risultare piuttosto pericolosi.

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Poi ci sono gli immigrati che sbarcano e si disperdono, sui quali ovviamente non si possono effettuare tamponi. E ci sono quelli che fuggono dai centri di accoglienza, senza rispettare la quarantena. Naturalmente c’è un interesse politico soprattutto salviniano a esagerare la dimensione del pericolo sanitario connesso all’immigrazione incontrollata (e anche a quella più controllabile, come per esempio quella dalla Romania).

 

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Sarebbe un errore, però, rispondere alle polemiche esasperate con un’alzata di spalle. Il governo ha giustificato la proroga dello stato d’emergenza anche con l’esigenza di controllare i flussi migratori. Bene, allora lo faccia. Senza ricorrere a forme brutali di respingimento o lasciando al suo destino chi rischia il naufragio, ma appronti le misure necessarie perché chi sbarca o entra in Italia dalle frontiere terrestri venga sottoposto a controlli sanitari, che peraltro possono anche servire a garantire la cura ai migranti che risultino infettati.

 

 

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Non è un’esigenza della Lega, è un’esigenza del paese, che si è sottoposto par mesi a una severa disciplina sociale e ora non tollera che si permetta senza contrastarla la creazione di nuovi focolai. Finora le misure adottate hanno dato la sensazione dell’improvvisazione e dell’affannosa rincorsa dei problemi, compresa la mobilitazione delle forze armate annunciata, solo annunciata, per impedire le fughe dai centri di accoglienza.

 

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Non è semplice imporre agli immigrati clandestini la stessa disciplina che è stata imposta ai cittadini italiani. Però è necessario, sia per ragioni sanitarie, sia per evitare un’ondata xenofoba. La paura dei migranti è stata diffusa per ragioni propagandistiche quando non aveva un solido fondamento. Ora che purtroppo una ragione sanitaria esiste, bisogna dotarsi di una politica efficacie.

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