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Lo spread di astuzia tra Lega e M5s

Redazione

Lo scacco matto di Bucci all’Appendino porta a Genova l’utility Iren

Alleati di governo, Lega e M5s, sono agli antipodi sulle scelte industriali nel nord Italia. Stavolta è Marco Bucci, sindaco di centrodestra di Genova con un passato da top manager nella farmaceutica a fare lo sgambetto a Chiara Appendino, sindaca di Torino impropriamente presentata come esemplare pragmatico di grillino. Non bastavano le guerre su Terzo valico e Tav, ora Genova soffia a Torino la maggioranza di Iren, utility di energia e rifiuti nata nel 2010 dalla fusione tra le municipalizzate torinese, genovese (già riunite in Iride) e Enia (Parma, Piacenza e Reggio Emilia).

  

Operazione-lampo: a novembre Appendino, di fronte ad un buco di 20 milioni nel bilancio comunale, ha comunicato al consiglio di avere disposto la vendita di 33 milioni di azioni Iren, facendo scendere la quota torinese, fino ad allora paritaria con genovesi ed emiliani, dal 16,3 al 13,8 per cento. Il tutto esibendo una sorta di accordo in base al quale Genova non avrebbe approfittato delle difficoltà di Torino. In meno di un mese Bucci ha incaricato la holding Fsu assistita da Banca Imi – torinese – di rastrellare il 2,5 per cento ceduto da Appendino, con un premio del 7,6 per cento ma facendo salire la quota genovese a circa il 19, dunque la maggioranza. Martedì Massimiliano Bianco, ad di Iren, annunciando l’assunzione di 1.500 persone nelle tre regioni ha comunicato “un forte rafforzamento su Genova e Liguria”, pari a un miliardo di euro, a cominciare dall’area dei depuratori, del digitale e della filiera dei rifiuti. Iren, che secondo Studio Ambrosetti è al 25mo posto per investimenti effettuati nel 2014-2017, e che lo scorso anno ha fatturato 3,7 miliardi con 238 milioni di utili, ha finora generato a Genova e dintorni 330 milioni di pil con 3 mila posti di lavoro tra dipendenti e indotto. Ha tre termovalorizzatori a Parma (che il M5s voleva chiudere, cosa che ha prodotto il cambio di partito del sindaco Federico Pizzarotti), Piacenza e Torino, anche questo nel mirino di una parte dei grillini locali. Come sulla Tav i 5 Stelle torinesi si segnalano per le chiacchiere, riducendo Appendino a una caricaturale impotenza. A Genova e nel resto del nord il partito del pil avanza.

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