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Fare in modo che il Pnrr sostenga davvero la modernizzazione e la competitività sostenibile dell'Italia

Imprese diffuse e comuni: un’alleanza della biodiversità. "Il successo del Pnrr è legato anche alla capacità di coinvolgere tutti gli attori del nostro tessuto produttivo, a partire dall’imprenditorialità diffusa”. La proposta di Confartigianato

Sull’importanza del Pnrr come strumento per sostenere la modernizzazione e la competitività sostenibile dell’Italia nessuno ha dubbi. Ma, quando ci si addentra nel bosco fitto e spinoso della sua realizzazione, crescono i timori sulla possibilità che un sistema paese complesso, farraginoso e poco avvezzo alle grandi pianificazioni riesca a portare a termine in tempi così stretti un piano così organico.

     

Confartigianato ha espresso in più occasioni la preoccupazione per le difficoltà delle pubbliche amministrazioni nel tenere testa ai ritmi del Pnrr, sia dal punto di vista cruciale del capitale umano, sia da quello altrettanto importante delle procedure. Oggi serve con pragmatismo buttare il cuore oltre l’ostacolo e andare alla sostanza dei problemi, per risolverli. 
A questo proposito, il presidente di Confartigianato Marco Granelli sostiene che “il successo del Pnrr è legato anche alla capacità di coinvolgere tutti gli attori del nostro tessuto produttivo, a partire dall’imprenditorialità diffusa”. Posizione ribadita nei giorni scorsi in un’audizione alla commissione Bilancio del Senato sul “Decreto Fitto”. 

 

“Del decreto – spiega Granelli – apprezziamo innanzitutto il metodo che il Governo intende perseguire, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio sull’avanzamento del Piano, che deve superare la polverizzazione attuale, in cui le unità missione stanno agendo in modo autonomo e differenziato, dando vita a linee guida diverse per i singoli investimenti e introducendo ulteriori vincoli. Ancor più del monitoraggio, è però importante l’implementazione degli investimenti, che si scontra con pubbliche amministrazioni locali esangui in termini di personale e soprattutto di competenze qualificate e con procedure che, per quanto snellite, continuano a non essere coerenti con l’imperativo di fare presto. Presto sì, però anche bene, tanto in termini di attenzione all’impatto ambientale, quanto di lotta alla tentazione di “tagliare gli angoli” facendo crescere la dimensione degli appalti e dunque escludendo l’impresa diffusa”. 

 

Confartigianato è convinta che, se occorre rafforzare il presidio centrale del Piano, è altrettanto necessaria un’attenzione alle pubbliche amministrazioni locali, in particolare ai piccoli comuni, che oggi rischiano di fare i vasi di coccio di fronte ad aspettative ben superiori alle loro capacità operative. Come nel caso delle piccole imprese, per i piccoli comuni è importante potenziare lo spirito e gli strumenti cooperativi.  

 

Da questo punto di vista, secondo Granelli, “l’unione deve fare necessariamente la forza, prevedendo che le amministrazioni più piccole si possano consorziare dando vita (senza però allungare i processi) a stazioni appaltanti unificate, con il supporto di competenze che la singola amministrazione non potrebbe permettersi”. 

 

L’analogia tra piccoli comuni e piccola impresa non è casuale, si tratta di due forme caratteristiche della nostra cultura e del nostro territorio, ricche di biodiversità, che devono resistere alle tentazioni di ridurre tutto a quello che è sopra soglia. Una “alleanza della biodiversità” tra piccole imprese e piccoli comuni è nei fatti e Granelli auspica possa essere implementata operativamente. 

 

Il cambiamento di scenario da quando il Pnrr è stato progettato ad oggi impone di pensare realisticamente che non tutte le risorse potranno essere riallocate secondo aspettative. Confartigianato ritiene necessario già da oggi pensare a come mantenere nel sistema risorse che non saranno allocate dove inizialmente previsto. Una politica mirata di incentivi a misure e a settori che hanno dimostrato di possedere moltiplicatori rilevanti, pensiamo al 4.0 o al turismo, consentirà non solo di non perdere risorse, ma di aumentare i benefici sistemici del piano. 

 

A proposito di moltiplicatori e fluidificazione dell’azione di governo, i ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi su misure del Pnrr molto attese e sulle quali le imprese hanno pianificato investimenti – dalle comunità energetiche alla formazione 4.0 agli incentivi per le imprese nei borghi storici – cominciano a essere troppo rilevanti e tornano a creare sfiducia verso le amministrazioni pubbliche. Il presidente Granelli auspica che si compia al più presto l’ultimo miglio.

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