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Editoriali

Il prezzo del gas non fa più notizia

Redazione

Il metano era l’arma di Putin, ora è l’arma dell’Europa. Consumi ridotti, clima mite e il rallentamento della Cina hanno sventato la minaccia della Russia 

Ieri il prezzo del gas scambiato sul Ttf di Amsterdam era a 55 euro al megawattora in calo di oltre il 14 per cento. In flessione del 27 per cento se si prende come riferimento l’inizio dell’anno, ma soprattutto un crollo dell’85 per cento rispetto al picco di 240 euro al megawattora toccato ad agosto. Quello attuale è il livello più basso da settembre 2021, quando l’aumento dei prezzi era dovuto alla ripresa post Covid e la guerra in Ucraina era quasi inimmaginabile, in una fase peraltro in cui il costo del gas era in crescita mentre ora è in calo. Quello che stiamo vivendo è uno scenario completamente diverso rispetto a pochi mesi fa: a settembre, dopo l’annuncio di Gazprom della chiusura a tempo indefinito del Nord Stream, il prezzo del gas era salito di nuovo  a 245 euro/MWh. E Mosca diffondeva spot televisivi di città europee al freddo e al buio dopo la chiusura dei gasdotti, annunciando che “l’inverno sarà lungo e gelido”. Il gas era l’arma per eccellenza di Putin, il grimaldello attraverso cui scardinare l’unità europea sotto la pressione economica e sociale delle fabbriche chiuse, della recessione e dell’inflazione.

In Europa già apparivano le prime crepe con le infinite discussioni sul price cap sul gas, nelle divisioni tra  paesi come l’Italia che volevano abbattere i prezzi e paesi come la Germania che temevano l’effetto boomerang di un abbattimento delle forniture. Alla fine la lunga tenzone si è dimostrata inutile, dato che il tetto fissato a 180 euro si è rivelato, per fortuna, altissimo rispetto al prezzo di mercato. Alla fine è stata decisiva la riduzione della domanda, prevalentemente per cause del tutto occasionali come un autunno eccezionalmente mite e il rallentamento in Cina a causa della crisi Covid. Queste circostanze fortunate, insieme alla diversificazione degli approvvigionamenti e alla riduzione dei consumi dovuti alla frenata dell’economia e ai comportamenti adattivi di consumatori e industrie, ha sventato la minaccia di Putin. Che negli anni a venire, senza il mercato europeo, avrà sempre più difficoltà a vendere il suo gas.

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