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La benzina a 2,5 euro al litro? L'unica speculazione è quella mediatica

La bufala sul prezzo del gasolio e il problema dei giornali che si affidano al Codacons

Da giorni i quotidiani discutono di una notizia che non esiste: il gasolio venduto a 2,5 euro al litro. Sulla base di questo spauracchio, sono usciti titoli allarmati dei giornali. I politici hanno sparato a palle incatenati contro le compagnie petrolifere e i gestori degli impianti. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin ha puntato il dito contro la speculazione (il perfetto capro espiatorio di qualunque male). Giancarlo Giorgetti ha sguinzagliato la Guardia di finanza. Adolfo Urso ha messo in campo Mister Prezzi.

 

Nessuno – né i giornali che hanno amplificato la notizia, né i ministri che l’hanno presa sul serio, né i rappresentanti dell’opposizione che ne hanno fatto argomento di polemica contro il governo – si è preso la briga di verificarla. Eppure sarebbe stato semplice: sul sito del ministero delle Imprese (lo stesso dove alberga Mister Prezzi) vengono quotidianamente raccolti e pubblicati i prezzi dei carburanti in tutti gli impianti della Penisola. Chi ha scarsa dimestichezza con internet, poteva andare a verificare nella stazione di rifornimento più vicina. A ogni modo la risposta è la stessa: i prezzi che i consumatori pagano sono ben lontani dai 2,5 euro (lunedì nella maggior parte degli impianti, anche autostradali, si girava intorno agli 1,8-1,9 euro).

  

La domanda allora non è sui carburanti ma sulla notizia stessa: da dove nasce? Come spesso accade, i primi a parlarne sono stati quei burloni del Codacons, che hanno citato alcuni casi (nessuno dei quali, peraltro, arrivava a 2,5 euro). Si tratta di casi estremi, caratterizzati o da alti costi di logistica (le isole) o da elevati costi gestionali (gli impianti autostradali che devono versare le royalty ai concessionari dell’infrastruttura). E in ogni caso non si parla mai di self service, ormai la modalità prevalente, ma di servito.

 

Ma il problema, in fondo, non è il Codacons che usa ogni occasione per ottenere un po’ di visibilità. Il  problema sono i giornali che danno spazio e credibilità al Codacons, senza sforzarsi di verificare le notizie. L’unica speculazione, qui, è quella mediatica.

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