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Mes di Natale

La Corte di Karlsruhe si esprimerà sulla ratifica del Mes. Intanto approva il Next generation Eu

Fernando D’Aniello

Il Tribunale costituzionale federale tedesco salva il Recovery fund e deve decidere a brevissimo, prima del 25 dicembre, sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Ecco perché è rilevante per l'Italia

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Luce verde dal Tribunale costituzionale federale tedesco al Next generation Eu. Per i giudici il piano dell’Ue, pur con tutte le cautele e i dubbi del caso, passa l’esame di costituzionalità. Ma questa è  la prima delle sentenze attese. Karlsruhe deve esprimersi su due provvedimenti. Il primo è il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, la cui riforma è stata approvata dal parlamento già nel 2021, ma la ratifica non è stata ancora firmata dal presidente Steinmeier proprio perché c’è un ricorso pendente. La decisione è attesa a brevissimo, prima di Natale: se anche questa legge passerà l’esame, non ci saranno più ostacoli alla ratifica tedesca e Steinmeier potrebbe firmare la legge entro la fine dell’anno. E’ una notizia rilevante per l'Italia, l’altro unico paese che non ha ancora ratificato la riforma del Mes, dato che il governo con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato di volere “aspettare la Corte di Karlsruhe” prima di procedere con la ratifica. 

   
L’altro provvedimento è il piano Pepp della Bce varato durante la pandemia, simile al Pspp che già fu censurato dal Tribunale tedesco: per quest’ultimo i tempi sono più lunghi, se ne riparlerà quantomeno a metà 2023. Il Tribunale “salva” dunque Next Generation, pur con tante precauzioni. I richiami mossi al piano, infatti, non sono in grado di definire una “palese” modifica delle competenze dell’Ue. Dunque, pur precisando che un meccanismo di indebitamento permanente sarebbe incompatibile con l’identità costituzionale tedesca, Next Generation si presenta come piano definito del tempo, dall’entità limitata e con uno scopo ben preciso, non estendibile automaticamente ad altri contesti. Respinto l’argomento principale dei ricorrenti: lo scenario da film horror nel quale la Germania sarebbe stata chiamata a rispondere di tutti i debiti maturati dalla Commissione. Ma il giudizio dei giudici è comunque chiaro: “Non è il momento Hamilton dell’Ue”. 

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