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editoriali

Il prezzo del gas è in discesa?

Redazione

C’è un report pesante sui tavoli di chi investe in energia: per Goldman Sachs le quotazioni si dimezzeranno già quest’inverno, scendendo sotto ai 100 euro a MWh

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C’è un report pesante sui tavoli di chi investe in gas e energia. Goldman Sachs scrive che il prezzo del gas si dimezzerà quest’inverno. Sì, proprio dimezzerà. Il contrario di ciò che stimano altri esperti e il super contrario di ciò che predicano, temono o invocano molti politici. Gli analisti della banca d’affari applicano uno schema classico per le bolle di prezzo dei prodotti di grande consumo e di uso fruibile su mercati caratterizzati da grande liquidità. Quelle bolle si sgonfiano sempre, perché il mercato funziona per eccessi di rialzo che si autoalimentano nella fase di salita e si autoriducono nella fase di calo. I fattori di rialzo sono quasi sempre rigidi, legati a eventi straordinari. Mentre i compratori hanno messo in atto strategie di efficientamento dei consumi, che diventeranno strutturali e perciò incideranno sulle aspettative. In Goldman Sachs pensano che le cose stiano così anche stavolta. E notano che la riduzione dei consumi è già in atto, con efficaci interventi dei decisori pubblici e altrettanta capacità di reazione da parte dei consumatori privati e delle aziende. Un fatto prevedibile ma che sorprende nella sua entità e rapidità gli stessi tecnici di Goldman, tanto che la loro nuova stima sul prezzo del gas ne corregge una precedente e sempre loro in modo drastico. Nei numeri si passa a una stima di meno di 100 euro per megawattora nel  primo trimestre del 2023, mentre la stima precedente indicava 215. E’ possibile che in Goldman stiano prendendo un granchio colossale, ma l’esperienza  induce a pensare che abbiano ragione. In ogni caso le loro previsioni innescheranno un movimento verso le coperture delle posizioni finanziarie più esposte in caso di calo drammatico del prezzo. In questi casi la paura fa molto. E sui mercati potremmo vedere rapidamente una corsa a ricoprirsi sulle nuove aspettative di prezzo, con un processo che a sua volta autoaccelera il proprio svolgimento. Gli sviluppi della guerra, assieme all’andamento dell’economia mondiale, concorrono a rafforzare la credibilità della stima di Goldman. O almeno si spera.

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