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Come cambia il dl Aiuti bis: dal bonus 200 euro al taglio del cuneo fiscale

Redazione

Il decreto da 14,3 miliardi che il governo dimissionario si appresta a varare, vuole anticipare le criticità dell'autunno. "Con questo intervento le uscite dello stato per contenere la crisi ammontano a 48 miliardi", dice il ministro Franco. I dubbi sull'Iva e sugli extraprofitti. Oggi il voto alla Camera

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Dopo i 193 voti favorevoli in Senato, oggi ci sarà il voto alla Camera per approvare la relazione governativa sulla cui base finanziaria si fonda l'impianto dei nuovi sostegni, il Dl aiuti bis. “Con questo ulteriore intervento le uscite dello stato per contenere la crisi ammontano a 48 miliardi” ha dichiarato ieri il ministro dell'Economia Daniele Franco. Le risorse sono cospicue, soprattutto considerando che si tratta di un governo dimissionario. Ma con il voto in autunno, il primo della storia del nostro paese, e la probabile impossibilità di lavorare alla legge di Bilancio nei tempi preposti, si è reso necessario impiegare quello che si aveva a disposizione, nello specifico 14,3 miliardi.

Escluso il raddoppio del bonus da 200 euro – troppi i 6,8 miliardi che servirebbero. Anche se il contributo dovrebbe arrivare ai lavoratori precari e stagionali che sono stati finora esclusi. Si valuta poi una decontribuzione per i redditi più bassi (fino a 35 mila euro) – verrebbero raggiunte 31 milioni di persone. Ci sarebbe inoltre il taglio del cuneo fiscale, con uno sconto sui contributi che potrebbe raddoppiare. I sindacati sono anche soddisfatti per la rivalutazione delle pensioni, prevista da gennaio 2023.

 

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Andrea Orlando, ministro del Lavoro, ha così riassunto: “Il dl aiuti si concentrerà su stipendi e pensioni”. Restano però in dubbio i tagli sull'Iva sui beni di largo consumo e prima necessità, come il pane e la pasta, sui quali sarebbe da azzerare, e la carne e il pesce, per i quali passerebbe dal 10 al 5 per cento.

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Un altro punto difficoltoso è l'estensione della tassa sugli extraprofitti alle multinazionali della logistica e dell'economia digitale, che, secondo Pierpaolo Bombardieri di Uil, il governo sarebbe pronto a valutare, ma che per ora rimane una richiesta sindacale.

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