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Meno stato in Ita è un bene per la compagnia, con buona pace dei sovranisti

L’offerta che arriverà da Air France lascerebbe un 40 per cento al Mef. L'altra offerta, quella di Msc e Lufthansa, lascerebbe al ministero una quota minore, il 20 per cento, ma garantendo un progetto più convincente. Un’ultima tentazione cui sfuggire

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Se non si rischiasse qualche commento sarcastico verrebbe da dire che anche la sistemazione di Ita Airways con un socio forte è tra le questioni che il governo ha chiesto di accelerare, ponendo una scadenza, quelle della fine di giugno, che è simile alla scadenza adottata per le riforme legate al Pnrr. Il sarcasmo sarebbe giustificato dalla più che ventennale battaglia per accasare, invano, prima Alitalia e poi la sua erede. Sfidiamo le prese in giro e prendiamo atto di questo milionesimo momento decisivo e della necessità di fare una scelta per dare stabilità alla compagnia aerea. C’è un’ultima tentazione cui sfuggire, a favore della quale si muovono gli spiriti sovranisti nella maggioranza e fuori. Perché l’offerta che arriverà da Air France, per ora anticipata dalle mosse del fondo Certares e prossima alla formalizzazione dopo l’aumento di capitale della compagnia francese, potrebbe comportare il riconoscimento di una quota alta alla proprietà pubblica italiana, con un 40 per cento che resterebbe al Mef.

  

Non è il controllo, ma è già qualcosa per accontentare i bisogni propagandistici del sovranismo medio (quello estremo è per tenere il 100 per cento pubblico e la funzione di compagnia di bandiera). Ma le percentuali dicono poco, perché l’altra offerta, quella di Msc e Lufthansa, lascerebbe al ministero una quota minore, il 20 per cento, ma garantendo un progetto più convincente, fondato sulla doppia esperienza dei tedeschi nel trasporto passeggeri e degli italiani in quello delle merci. Il 20 per cento è una quota sufficiente per conservare il senso corretto e anche utile del ruolo pubblico italiano. Perché un piano con prospettive concrete di sviluppo, come quello che Msc e Lufthansa possono proporre, offre spazio di manovra alla presenza pubblica, mentre non ci sarebbe molto da dire, per il socio pubblico italiano, dopo un’operazione molto meno convincente, come quella organizzata in fretta e furia da Air France, costretta a uscire con un aumento di capitale dal vincolo sulla restituzione degli aiuti pubblici ricevuti.

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