Parco eolico di Guardia Lombardi in provincia di Avellino, 18 Febbraio 2022. ANSA/CESARE ABBATE 

EDITORIALI

Più estrazioni di gas e meno burocrazia verde. Due buoni segnali dal Cdm

Redazione

Il piano del governo è quello di contrastare l'aumento dei prezzi con misure tampone e interventi di lungo respiro. Colpetti contro il populismo energetico

Il governo ha varato oggi l’ennesimo decreto per far fronte al caro energia. Sul piatto non ci sono solo risorse cospicue a favore di famiglie e imprese. Tra gli articoli del provvedimento ci sono scelte più di lungo termine, che finalmente intervengono sulle cause del problema, anziché sui suoi sintomi. E’ il caso delle semplificazioni per l’installazione delle fonti rinnovabili e, più ancora, della ripresa della produzione nazionale di gas metano. Per quanto riguarda le energie verdi, da tempo si lamentano i tempi insostenibili della burocrazia che frenano investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi europei sulla decarbonizzazione. Le nuove misure si inseriscono in scia a quelle già adottate nel passato, che già stanno dando i primi risultati: un’indagine della Staffetta Quotidiana ha rivelato che i tempi medi di autorizzazione dei grandi impianti fotovoltaici si aggirano attorno ai quindici mesi, e ora si ridurranno ulteriormente.

 

Più importante è l’intervento che rilancia la produzione domestica di gas, peraltro attraverso un meccanismo finalizzato a contenere i prezzi per le imprese e quindi a “redistribuire” i vantaggi. Si tratta di un’iniziativa molto significativa, anche sul piano politico, perché si pone in assoluta controtendenza con la linea seguita da tutti gli ultimi governi. Per anni, quando andava bene si sono chiusi gli occhi sull’upstream petrolifero: né la Strategia energetica nazionale (2017), né il Piano nazionale integrato energia e clima (2020) ne fanno alcun cenno. Quando andava male, si è invece passati di moratoria in moratoria. Cosa è cambiato per determinare uno scarto tanto forte? E’ cambiato che, a lungo andare, il populismo energetico ha dato i suoi frutti: abbiamo invocato la penuria di gas e proclamato che non serviva più estrarlo dal sottosuolo e la realtà ci ha presentato il conto. E’ un bene che il governo e (forse) i partiti della maggioranza abbiano compreso la gravità della situazione. Speriamo che, passata l’emergenza, la lezione non venga dimenticata.

Di più su questi argomenti: