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Consumi record e prezzi alle stelle. Meno male che c'è il Tap

Redazione

Il 2021 si è concluso con consumi di gas naturale che non si vedevano da una decina di anni. L'avvio del gasdotto è provvidenziale: ha più che compensato le flessioni del gas trasportato in forma liquida dal Nord Europa e dalla Libia con le navi, diventato costosissimo

Il 2021 certamente non sarà ricordato per condizioni meteo particolarmente severe o per il freddo intenso. Eppure, nonostante il perdurare dell’emergenza pandemica, con le conseguenti limitazioni a geometria variabile, il 2021 si è concluso con consumi di gas naturale che non si vedevano da una decina di anni. Ben 76,2 miliardi di metri cubi (mc), il decimo valore di tutti i tempi, secondo le stime della Staffetta Quotidiana su dati Snam e ministero delle Sviluppo economico. Nel 2020 ci si era fermati a 70,7 miliardi, un valore in linea con la media del decennio 2012-2021 (71 miliardi di mc) e nel 2019 si era arrivati a quasi 73,8. Il maggior incremento, + 8,1 per cento, l’hanno messo a segno le reti di distribuzione che portano il gas naturale nelle città, nelle abitazioni, negli uffici e negli esercizi commerciali, con una crescita di 2,5 miliardi rispetto all’anno scorso, seguite dalle centrali termoelettriche, + 6,1 per cento rispetto al 2020 e ben l’11 per cento in più rispetto alla media del decennio. Del 6,4 per cento invece è stata la crescita della grande industria, nonostante gli iper-prezzi del gas dell’ultimo trimestre. Una ripresa dei consumi che si riflette nell’incremento del Pil, rimbalzato oltre il 6 per cento.

   
Il 2021 però, nella storia del gas, verrà ricordato anche come il primo anno di funzionamento del Tap. I volumi di gas azero sono andati in crescendo: più di 2,6 miliardi nel primo semestre e 4,5 nel secondo, per un totale di oltre 7,1 miliardi. Un arrivo provvidenziale che, insieme alla crescita dei volumi provenienti dall’Algeria, ha più che compensato le flessioni del gas trasportato in forma liquida dal Nord Europa e dalla Libia con le navi, diventato costosissimo. L’entrata in esercizio del Tap è stata poi determinate per azzerare e talvolta invertire lo storico differenziale di prezzo tra l’hub italiano e quello olandese.

   
Un tramortente schiaffone per coloro che strenuamente si sono battuti contro il nuovo gasdotto, spesso gli stessi che semplicisticamente vorrebbero l’Italia affrancata dall’uso del gas naturale da un anno all’altro.

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