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editoriali

Le altre Evergrande dell'occidente

Redazione

Cosa rischiano i paesi fondati sulle rendite. Il giusto allarme del Wsj

La questione non è se l’esplosione della bomba del debito di una compagnia cinese spargerà schegge finanziarie all’estero. Non accadrà. Lo scoppio detonerebbe nel bunker di cemento del chiuso sistema finanziario cinese che smorzerà se non disattiverà interamente le onde di choc”. Dunque, tranquilli, il fallimento di Evergrande non provocherà un nuovo effetto Lehman. Ma attenzione, il rischio è un altro: è nelle Evergrande che s’annidano in occidente a cominciare dagli Stati Uniti.

Ad accendere la luce gialla è un articolo di Joseph Sternberg del Wall Street Journal pubblicato ieri. Che cos’è quello che l’editorialista chiama Evergrande moment? “Il problema è il seguente: una popolazione che invecchia e potenzialmente si riduce si trova a dipendere eccessivamente dai prestiti legati alla proprietà immobiliare per alimentare la crescita economica e sulla sottostante proprietà come magazzino del risparmio dal quale attingere per finanziare le esigenze della classe media in vista del suo incombente pensionamento”.

 

De te fabula narratur, avverte Sternberg, stiamo parlando della Cina o degli Usa, del Regno Unito, del Canada, del Giappone, della Danimarca, quanti paesi occidentali, vecchi, stanchi, stagnanti, hanno fatto la stessa scommessa? In Italia dove la speculazione immobiliare non è arrivata alle stesse altezze stratosferiche, il risparmio delle famiglie resta parcheggiato in case e terreni, anche per questo la revisione del catasto è un tabù. A gettare altra benzina sul fuoco c’è la gran quantità di denaro liquido che ha portato al minimo gli interessi sui mutui, contribuendo così ad aggravare l’effetto rendita. Il regime di Pechino voleva sgonfiare la bolla prima che scoppiasse e per questo ha adottato misure drastiche, ma così facendo ha dato fuoco alle polveri. Xi Jinping vuol mettere le brache al mercato e rischia la vendetta del mercato. I paesi occidentali non sono di fronte a un dilemma tanto drastico, ma attenti, la Cina è vicina più di quel che pensiamo.

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