Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Scricchiolii sindacali

Nunzia Penelope

“Confusione tra i lavoratori”: in Cgil, Cisl e Uil primi segnali di inversione di rotta sul green pass

Cambiare linea ma tenere il punto. E’ una manovra complicata quella che Cgil, Cisl e Uil stanno cercando di compiere sulla questione green pass. Come un Titanic che – a differenza dell’originale – abbia avvistato l’iceberg, i sindacati cercano cautamente di virare dalla rotta pericolosa. E dopo un mese scandito da polemiche e ultimatum, lanciati inizialmente da Maurizio Landini, ma condivisi dai colleghi di Cisl e Uil, si intravedono i primi segnali di inversione.

 

Martedì una riunione del gruppo dirigente Cgil ha portato alla luce le differenze di vedute tra la segreteria generale e le varie categorie: queste ultime, quasi senza eccezione, hanno fatto notare a Landini come la posizione contro il green pass stia creando confusione tra i lavoratori. In questo modo, hanno fatto notare i dirigenti, si rischia di bruciare in un mese il patrimonio di credibilità accumulato in un anno e mezzo di lucida gestione della pandemia. Non solo: le aziende stanno già contattando le categorie per chiedere accordi sulla riorganizzazione degli spazi comuni, alla luce del provvedimento del governo sancito con la Faq del 14 agosto; sarebbe impossibile e sbagliato sottrarsi a quello che resta il compito specifico dei sindacati. In sintesi: la Cgil non può arroccarsi, ma deve stare in campo, contrattare soluzioni azienda per azienda e, più in generale, muoversi per aggiornare i protocolli del 2020 tenendo conto dell’avvento del vaccino. Altrimenti si rischia di disorientare i lavoratori: quelli vaccinati, ma soprattutto i cosiddetti fragili, che il vaccino non possono farlo e che chiedono al sindacato di garantire la loro sicurezza.

Ma il rischio è anche interno: in Cgil, per dire, convivono malamente posizioni come quelle dei metalmeccanici, che proclamano scioperi contro l’esclusione dalle mense, e del settore comunicazione, dove è stato accettato, sia pure a malincuore, il lunch box proposto dalle aziende per i non vaccinati. Le divergenze non si esportano però all’esterno, salvo un’eccezione: Alessandro Genovesi, leader dei lavoratori edili, con un intervento sul Diario del Lavoro, testata di settore seguita dai sindacalisti, ricorda che “i diritti individuali, o convivono con i diritti collettivi, oppure sono lesivi di una concezione democratica delle relazioni sociali”. E lancia una proposta che rovescia lo schema Landini: invece di sfidare il governo a fare una legge sull’obbligo vaccinale, sia il sindacato, “formalmente”, a richiedere un provvedimento “che preveda l’obbligo di vaccinazione per tutti, e che rimandi poi alla contrattazione la gestione della fase di transizione, per governare l’obbligo stesso nei luoghi di lavoro”.

 

 

Ripensamenti affiorano anche nella Cisl. Pur ritenendo “discutibile” la decisione del governo sulle mense, Angelo Colombini, segretario confederale responsabile della sicurezza, ritiene sia necessario affrontare la cosa “attraverso la contrattazione tra aziende e sindacati”, aggiornando i protocolli per “introdurre in modo graduale il green pass anche nei luoghi di lavoro.” La contrattazione, spiega, “è il modo migliore per garantire chi non si può vaccinare”, mentre la legge può recepirne i contenuti, come nella primavera 2020.

Paolo Pirani, segretario della Uiltec (le categorie dell’industria), fa anche una sorta di mea culpa: “Occorreva muoversi prima, dovevamo dire subito che siamo a favore dei vaccini e ricontrattare in questa ottica i protocolli”. Anche per non farsi spiazzare dalla stessa Confindustria, che mercoledì ha inviato a tutte le aziende una dettagliata guida applicativa alla Faq sulle mense: “Si doveva trovare il modo di condividerla”, osserva Pirani. Ora come si può rimediare al ritardo? “Lanciando una vera e chiara campagna vaccinale nelle aziende, con l’aiuto anche delle Asl e dei medici del lavoro, per spiegare ai lavoratori l’importanza del vaccino, evitando di perdersi in contenziosi sterili che non possono essere regolati se non da accordi tra le parti”. La virata è iniziata, forse.

 

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