Dipendenti Virgin nella cabina di un prototipo di navicella spaziale Virgin Galactic SpaceShipTwo al Science Museum. Foto di Daniel Berehulak/Getty Images 

Miliardari in orbita

Capitani (galattici) coraggiosi. Così il capitalismo si evolve nello spazio

Branson ci volerà domenica, anticipando di 9 giorni il rivale Bezos. E nei viaggi aerospaziali essere il capo è diverso

Alberto Chiumento

Una sfida cominciata oltre 15 anni fa. Che però è anche una staffetta. Il cosmocapitalismo ha invaso un segmento economico occupato finora solo da soggetti pubblici. E ha caratteristiche tutte sue

Poco dopo il suo annuncio su Instagram di inizio giugno, Jeff Bezos è stato superato. Il neo-pensionato fondatore di Amazon aveva dichiarato che il 20 luglio avrebbe preso parte a un viaggio della sua compagnia Blue Origin, fondata nel 2000 con lo scopo dichiarato di portare i passeggeri nello spazio. Sarebbe così diventato il primo miliardario a fare un viaggio spaziale. Ma Bezos non otterrà il primato perché Richard Branson, miliardario inglese che possiede la galassia delle aziende Virgin, lo anticiperà domenica 11 luglio volando ai confini dello spazio con la sua VSS Unity. La Virgin Galactic di Branson compete dal 2004 con Blue Origin per il turismo spaziale e lo stesso Branson ha stravolto le scadenze interne e deciso di partecipare al prossimo volo di prova, fissandolo 9 giorni prima di quello di Bezos. Troppo il desiderio di primeggiare in una sfida cominciata oltre 15 anni fa.

 

Le caratteristiche del cosmocapitalismo

Questa gara tra miliardari assomiglia più ad un duello, visto il ristretto numero di individui che partecipa al cosmocapitalismo. Questa inedita ed estrema forma di capitalismo, che ha invaso un segmento economico occupato finora solo da soggetti pubblici, presenta nuove caratteristiche, in cui la figura del capo viene completamente stravolta: il leader dell’azienda non si limita a guidarla con inventiva, abilità manageriali e grandi risorse economiche ma partecipa attivamente e fisicamente al viaggio del proprio mezzo per aumentare la fama personale e mandare un messaggio di assoluta sicurezza sui viaggi commerciali della sua azienda. Pertanto, il rischio non è più solamente finanziario o d’impresa, ma il leader mette consapevolmente in pericolo la propria salute.

   

Allo stesso tempo la lotta tra le due aziende è in realtà anche una staffetta: il risultato positivo o negativo di una influenzerà lo sviluppo futuro del concorrente e l’affidabilità con cui viene percepito dai clienti. Accorciare troppo i tempi o tentare di prevalere a ogni costo sul rivale potrebbe causare effetti dannosi per tutto il settore.

 

Viaggi suborbitali

La rapidità con cui gli americani descrivono le proprie azioni richiede però una piccola precisazione. Nessuno dei due viaggi porterà nello spazio gli ospiti, che non usciranno dall’atmosfera. Saranno entrambi viaggi suborbitali. I veicoli infatti non saranno mai così distanti da poter cominciare ad orbitare intorno al globo - pur avvicinandosi a questo limite – e percorreranno una traiettoria “ad arco”. Per orientarsi meglio si può prendere come riferimento la linea di Kármán: una linea convenzionale a 100 chilometri di altezza dalla Terra che delimita i viaggi aeronautici da quelli aerospaziali, secondo quanto accettato dalla comunità aeronautica internazionale. Bezos supererà di poco questa altitudine, mentre Branson starà più sotto, raggiungendo un livello tra gli 80 e i 90 chilometri. Tuttavia, anche Branson potrà vantarsi di aver fatto un viaggio aerospaziale poiché la linea di Kármán non è riconosciuta dalle maggiori autorità americane, che abbassano quel limite proprio a 80 chilometri di altezza. Le stazioni spaziali internazionali sono a circa 400 chilometri di distanza dalla Terra.

 

Jeff Bezos, proprietario di Blue Origin. Foto di Mark Wilson/Getty Images 
   

 

La sfida di Blue Origin...

In casa Blue Origin sarà la prima volta che il veicolo New Shepard ospiterà un equipaggio, dopo 15 lanci di prova senza personale a bordo. Oltre a Jeff Bezos e suo fratello Mark, ci sarà Wally Funk, aviatrice di 82 anni che partecipò a diversi programmi della Nasa ma non andò mai nello spazio, e una persona che si è aggiudicata il posto all’asta per 28 milioni di dollari. La capsula – un piccolo salotto spaziale con 6 poltrone e 6 finestre – verrà portata in quota da un propulsore e dopo 3 minuti le due componenti entrambe automatizzate si divideranno. Il razzo tornerà a terra, mentre gli ospiti vivranno per qualche minuto una sensazione di microgravità, attraverseranno la linea di Kármán e la capsula aprirà i paracadute dopo 3 minuti di viaggio solitario. Il viaggio durerà in totale 11 minuti.

 

...e quella di Virgin Galactic

Anche Virgin Galactic farà fluttuare per quale minuto l’equipaggio all’interno dello spazioplano VSS Unity. Esso si staccherà dal propulsore WhiteKnightTwo a circa 15 chilometri di altezza dalla Terra, e solo a quel punto utilizzerà i propri motori. Diversamente da New Shepard, questo veicolo richiede dei tecnici: insieme a Branson ci saranno 2 piloti e 3 specialisti. Tutti loro però potranno osservare la Terra dalle 17 finestre presenti nella struttura. In passato l’intero progetto spaziale della Virgin Galactic ha subito ritardi per via di un grave incidente: durante un volo di prova nel 2014 morì un pilota e rimase ferito un secondo componente dell’equipaggio. Tuttavia, il progetto spaziale di Branson è proseguito e recentemente ha reso noto che prevede di avviare i propri viaggi spaziali commerciali nel 2022 al prezzo di circa 250 mila dollari a biglietto.

 

Jeff Bezos, in attesa del suo turno, potrà seguire online il viaggio del rivale Branson grazie a 16 telecamere presenti sullo VSS Unity. Possiamo immaginare che lo stesso farà anche Elon Musk, proprietario di Tesla e SpaceX, che però ha già trasportato con Crew Dragon alcuni astronauti ben più in alto, fino alla Stazione Spaziale Internazionale.