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Meno sussidi, più talenti

Redazione

Perché l’Italia è il peggiore tra i grandi europei nella classifica del talent shortage

L’Italia è alle prese con un problema inedito: la previsione di crescita dell’occupazione nel terzo trimestre 2021 del 7 per cento, già depurata degli effetti stagionali del turismo. Perché problema? Perché l’incremento è il peggiore tra i paesi in ripresa post pandemia. I sette punti si confrontano con i 9 del Guatemala (e della Francia), con gli 11 della Germania, i 15 di Grecia e Irlanda, i 25 degli Stati Uniti per citare alcuni esempi. L’handicap si chiama “talent shortage”, carenza di talenti, il mancato incrocio tra offerta e domanda soprattutto per posizioni qualificate a cominciare da quelle tecniche, ma anche per logistica, manifattura, vendite e marketing.

 

 

E’ un fenomeno mondiale che Manpower Group, la multinazionale del collocamento, definisce il maggiore da 15 anni in base a una ricerca in 45 mila aziende di 43 paesi e l’Europa ne è interessata per il 74 per cento, con Francia, Romania e Italia (85 per cento) nelle ultime posizioni: vale a dire che su 100 offerte si riesce a coprirne 15. Su un altro fronte, Federturismo dichiara la mancanza di 150 mila lavoratori, poco attratti dal lavoro stagionale e secondo i sindacati scarsamente retribuito: la media è di 1.100 euro netti al mese con contratti regolari.

 

Ma c’è chi tira in ballo il reddito di cittadinanza che per i giovani vale 4-500 euro ai quali possono aggiungersi introiti in nero, così come alla cassa integrazione erogata durante il Covid accompagnata dal divieto di licenziamento. Sussidi che starebbero scoraggiando ulteriormente la ricerca di lavoro, almeno ai livelli più bassi: in pratica stare a casa con sussidi e assistenza pubblica disincentiva l’intraprendenza dei giovani più “choosy”.

 

 

Bisognerebbe riformare il reddito di cittadinanza eliminando la possibilità di rifiutare due volte il lavoro e abolire l’obbligo di trasformazione in posti fissi dei contratti a termine, due leggi grilline. Diversamente con il Recovery plan avremo forse concorsi e lavori qualificati nella Pubblica amministrazione, ma ben poco nel privato. E anche questa è una diseguaglianza.