Foto: Karsten Wurth

Ambiente? E' ora di corsie preferenziali. Parla il presidente di Enel

Annalisa Chirico

Finanza sostenibile, mobilità elettrica. Ed energie rinnovabili: "Non hanno perso appeal, ma in Italia sono penalizzate dalla burocrazia"

Ha i ricci spettinati, il presidente Enel Michele Crisostomo. A lui è toccato salire sulla tolda di comando a maggio dello scorso anno, nel pieno della prima ondata pandemica, così gli chiediamo per prima cosa come sia stato l’insediamento ai vertici della principale società elettrica non solo in Italia ma anche in Spagna e Cile, seconda utility al mondo per capitalizzazione, con ramificazioni significative in Argentina, Brasile, Colombia, Perù e Stati Uniti. “Ho avuto il vantaggio di una interazione diretta con l’ad Francesco Starace che mi ha accompagnato gradualmente all’interno della strategia aziendale. L’approccio umano è stato coinvolgente e intenso, anche perché nelle riunioni in presenza c’eravamo soltanto io e l’ingegnere”.

 

In Italia le ultime aste pubbliche indette dal Gse per fotovoltaico ed eolico sono andate quasi deserte. Enel, che è il principale produttore privato di rinnovabili al mondo, sa spiegare il perché? “Le rinnovabili non hanno perso appeal ma nel nostro paese le lungaggini amministrative sono un fattore penalizzante”. In effetti, anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato della necessità di una “transizione burocratica”: che vuol dire? “Le faccio un esempio: negli Usa la realizzazione di un impianto alimentato da fonti rinnovabili richiede al massimo un anno, nel nostro paese se ne impiegano due o tre. A fronte di una evoluzione tecnologica impetuosa, il percorso implementativo di un impianto resta caratterizzato da procedure farraginose e tempi talmente lunghi che potrebbero indurre un piccolo operatore a rinunciare all’investimento. Le rinnovabili non hanno perso fascino, direi anzi che non c’è nulla di più affascinante in una fase storica in cui il mondo intero vira verso obiettivi di sostenibilità ambientale. La domanda è se saremo in grado di raggiungere tempistiche coerenti con gli impegni Ue in tema di transizione energetica”. Nel Pnrr, che il governo Draghi consegnerà alla Commissione europea entro il 30 aprile, una missione è dedicata proprio al nuovo corso green: qual è la priorità numero uno per Enel? “Servono corsie preferenziali per accelerare le valutazioni di impatto ambientale. Nessuno è disposto a investire senza un orizzonte temporale ragionevole e certo. Se si velocizzano le procedure valutative non si rinuncia a un presidio di tutela ambientale e paesaggistico ma si conferisce efficienza a un’operazione volta allo sviluppo delle rinnovabili. Chiediamo lo stesso supporto nei processi di decarbonizzazione: servono iter autorizzativi snelli e rapidi”.

 

Enel è stata la prima azienda a puntare sulla finanza sostenibile: quale evoluzione prevede? “Nel 2019 abbiamo emesso il primo strumento obbligazionario al mondo legato agli obiettivi di sostenibilità ambientale delle Nazioni Unite. In sostanza, raccogliamo denaro nel mercato dei capitali e, in caso di mancato raggiungimento con uno degli obiettivi green su cui ci siamo impegnati, il tasso di interesse aumenta e il nostro prestito diventa più caro. Gli obiettivi coinvolgono la strategia aziendale nel suo complesso e non singoli progetti perché l’idea di fondo è che l’intero modello di business debba perseguire l’abbattimento delle emissioni di gas serra”. A proposito di decarbonizzazione, a che punto è la chiusura della centrale di Cerano? “Stiamo rispettando la tabella di marcia che prevede la chiusura entro il 2025 con la riconversione a gas della centrale Federico II che verrà integrata con impianti rinnovabili e sistemi di accumulo. La centrale pugliese diventerà l’esempio di come sia possibile completare un processo di decarbonizzazione preservando l’ambiente e la resilienza della rete”. Lei è un pugliese doc, nato e cresciuto a Tricase, poi laurea in Giurisprudenza a Bari. “E’ vero, la Puglia per me è casa anche se da molti anni vivo a Milano e qui sono nati i miei figli. In Puglia è operativa una delle più grandi Smart Grid del mondo. Si chiama Pan, Puglia Active Network: una rete smart che attraversa l’intera regione, favorisce l’integrazione delle rinnovabili e trasporta informazioni e dati insieme all’elettricità, garantendo una migliore qualità del servizio per i clienti”. Con Enel X avete puntato anche alla mobilità elettrica che adesso intriga tutti, da Stellantis ad Apple. “Siamo stati tra i primi a credere nelle potenzialità dell’auto elettrica. Noi non realizziamo vetture ma ci occupiamo dell’infrastruttura di ricarica: produciamo e distribuiamo energia elettrica, perciò auspichiamo la positiva evoluzione verso un grado sempre maggiore di elettrificazione dei consumi. Una città che consente di spostarsi in auto elettrica diventa più bella”. L’elettrificazione del trasporto pubblico locale può diventare realtà? “E’ uno dei progetti del Pnrr che ci piacerebbe veder realizzato, i Comuni vanno accompagnati in questa transizione che renderebbe le nostre città più pulite e silenziose, più vivibili e gradevoli dal punto di vista estetico. La domanda però non si genera da sola. Noi gestiamo millequattrocento bus elettrici nel mondo, in Europa non esiste un’industria che produca autobus elettrici, che vengono invece importati dalla Cina. Perché allora non lavorare alla creazione di una filiera tutta italiana di bus elettrici? E’ un’opportunità che potrebbe trasformare il nostro paese in avanguardia”.

 

Per l’ingegnere Starace l’idrogeno verde può diventare realtà purché si renda economicamente sostenibile. “La nostra posizione è chiara: l’idrogeno verde, e soltanto quello verde, è un’opportunità che tuttavia oggi presenta costi elevati. L’idrogeno ha senso per decarbonizzare alcuni settori industriali che non sono elettrificabili”. Aziende come Snam, FS e Fincantieri cominciano a parlare di treno e nave a idrogeno: sogno o realtà? “Io ho un approccio laico, più che alle etichette bado alla concretezza, e allora domando: ha senso alimentare la rete ferrata a idrogeno? Probabilmente sì laddove non siamo nelle condizioni di elettrificare. Per le navi penso che sia urgente potenziare l’elettrificazione dei porti. Ad ogni modo tutto ciò che può portarci verso una maggiore sostenibilità ambientale va guardato con interesse. Puntiamo anche sull’idrogeno purché sia verde, né grigio né blu”. In un’occasione lei ha parlato della “tenacia antropologica” dei giovani meridionali: si riferiva a se stesso? “Certo, pensavo alla mia esperienza. Non ho mai rotto il legame con la terra che mi ha formato, il Sud resta il mio cardine emotivo anche oggi che vivo a Milano. Ai giovani dico che bisogna restare curiosi e aperti al mondo: vivete proiettati nel futuro senza cadere nella tentazione di voler preservare immutato quel che c’è”.

 

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