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Quanto costa il tempo perso su Alitalia

Andrea Giuricin

Il governo cerca il modo per fare avere altri aiuti alla BadCo che ha terminato i soldi. Vendere gli asset non è più rimandabile 

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Il trasporto aereo è nella più grave crisi di sempre e Alitalia si trova in una posizione sempre più complessa. L’inverno del settore sarà molto lungo, anche perché non si è ancora certi quando la distribuzione dei vaccini sarà completata e quando sarà possibile tornare a viaggiare in maniera “normale”. Assaeroporti, l’associazione italiana dei gestori aeroportuali, ha pubblicato i dati di traffico degli scali italiani relativi al 2020 che evidenziano una caduta di traffico di 140 milioni di passeggeri, vale a dire una riduzione superiore al 70 per cento rispetto al 2019.

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Il trasporto aereo è nella più grave crisi di sempre e Alitalia si trova in una posizione sempre più complessa. L’inverno del settore sarà molto lungo, anche perché non si è ancora certi quando la distribuzione dei vaccini sarà completata e quando sarà possibile tornare a viaggiare in maniera “normale”. Assaeroporti, l’associazione italiana dei gestori aeroportuali, ha pubblicato i dati di traffico degli scali italiani relativi al 2020 che evidenziano una caduta di traffico di 140 milioni di passeggeri, vale a dire una riduzione superiore al 70 per cento rispetto al 2019.

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In questa situazione estremamente complessa, la “vecchia Alitalia” gestita dal Commissario Giuseppe Leogrande, anche conosciuta come BadCo, continua ad operare fintanto che non verrà approvata dalla Commissione europea la partenza della nuova Alitalia nazionalizzata, la NewCo.

 

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La vecchia Alitalia sta finendo i soldi e per tale motivo il governo aveva deciso di creare un fondo Covid da 350 milioni di euro già nel maggio scorso. Di questi soldi, 272 milioni sono già stati messi a disposizione di Alitalia, anche in seguito all’approvazione di Bruxelles. Altri 77 milioni di euro sarebbero dovuti arrivare, ma si è scoperto che lo Stato italiano non ha fatto alcuna notifica alla Commissione europea per avere il via libera per questi ulteriori fondi.

 

La vicenda è ancora più interessante perché pochi giorni fa il commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, aveva sottolineato che la Commissione europea non aveva ancora preso una decisione su questi aiuti, facendo credere le colpe fossero nella lentezza di Bruxelles. Tuttavia, la replica da parte della commissaria antitrust Magrethe Vestager è stata alquanto stizzita nel sottolineare che nessuna notifica era arrivata da parte del governo italiano circa questi 77 milioni di euro. Un corto circuito tutto italiano, che è stato confermato dallo stesso Mise.

 

Anche se dovessero arrivare velocemente questi soldi, la vecchia Alitalia si trova in una situazione estremamente drammatica. La BadCo ha terminato i soldi e per tale ragione altri 200 milioni di euro potrebbero essere inseriti nel prossimo decreto Ristori. Ma l’erogazione non potrà essere immediata, perché la Commissione deve controllare che questi ulteriori aiuti siano davvero giustificati dalla crisi.

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Vi è dunque una sola certezza: non sono bastati i prestiti ponte, pari a 1,3 miliardi di euro più interessi, e nemmeno gli aiuti Covid. Alitalia ha ancora bisogno di nuove risorse pubbliche.I prestiti ponte maturano circa mezzo milione di interessi al giorno che non sono corrisposti in questo momento ai prestatori, vale a dire i contribuenti italiani. Per tale ragione, la vendita degli asset da parte della BadCo dovrebbe viaggiare spedita. Più passa il tempo, maggiori sono i soldi “persi” dagli italiani.

 

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La Commissione europea è stata molto chiara sulla vendita di Alitalia nella lettera inviata al governo italiano: deve esserci una gara aperta e trasparente per le diverse parti aziendali, vale a dire ciò che viene comunemente chiamato “spezzatino”. Uno spezzatino che però non è digerito dai sindacati, e che di fatto fa tornare indietro l’orologio di qualche anno, quando governo e parti sociali decisero di non vendere a Lufthansa perché la compagnia tedesca non voleva comprare tutti gli asset, ma concentrarsi solo sulla parte volo.

 

All’epoca Lufthansa offriva oltre 200 milioni di euro per gli asset di Alitalia, ma nel corso degli ultimi 3 anni e mezzo di commissariamento il vettore italiano ha perso quasi 2 miliardi di euro. Il tempo perso è forse la caratteristica che ha maggiormente caratterizzato questa gestione politica della compagnia aerea, ma non è più tollerabile perdere altri soldi e altro tempo ed è poco comprensibile l’accanimento con il quale la politica vuole continuare a mettere soldi per Alitalia, che ormai trasporta solo l’8 per cento dei passeggeri da e per l’Italia.

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