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Editoriali

Il buon esempio di Poste

Redazione

Il risultato di Del Fante e il segnale incoraggiante che arriva per l’economia 

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I buoni risultati di Poste Italiane nell’anno più difficile per l’economia italiana dal dopoguerra danno qualche indicazione che può valere per il futuro e per molti altri. Fanno capire quanto servano sia la capacità di adattamento a cambiamenti improvvisi del mercato sia l’attaccamento agli elementi durevoli di forza, e quanto contino le buone e innovative relazioni industriali. Non sono formali, infatti, le parole dell’a.d. Matteo Del Fante quando, illustrando i buoni risultati, ringrazia “tutti i colleghi, soprattutto quelli che sono stati esposti in prima linea”.

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I buoni risultati di Poste Italiane nell’anno più difficile per l’economia italiana dal dopoguerra danno qualche indicazione che può valere per il futuro e per molti altri. Fanno capire quanto servano sia la capacità di adattamento a cambiamenti improvvisi del mercato sia l’attaccamento agli elementi durevoli di forza, e quanto contino le buone e innovative relazioni industriali. Non sono formali, infatti, le parole dell’a.d. Matteo Del Fante quando, illustrando i buoni risultati, ringrazia “tutti i colleghi, soprattutto quelli che sono stati esposti in prima linea”.

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E’ una posizione di vantaggio, quella di Poste, in questa circostanza, certo, ma l’azienda ha saputo sfruttarla valorizzando al massimo la forte domanda di acquisti online e l’aumentata propensione a forme di risparmio prudente e liquido. Nel 2020 sono stati 210 milioni i pacchi consegnati da Poste, con un aumento su anno del 42%. Mentre la raccolta netta di risparmio è cresciuta di 17,8 miliardi e i depositi di 13 miliardi, spingendo gli utili dall’attività finanziaria verso un aumento dell’1%. Settori se non proprio opposti almeno complementari: Poste è stato il marchio leader sia quando si facevano acquisti sia quando si decideva di risparmiare. Il sistema Poste è riuscito a rispondere a questo doppio aumento di domanda senza perdere in efficienza e aumentando la sua quota di mercato.

     

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Non tutte le aziende, anzi pochissime, hanno avuto questa congiuntura favorevole nell’anno terribile. Ma un buon numero si troverà in una situazione con buone opportunità nel giro di pochi mesi e reggere senza intoppi negli approvvigionamenti e nella produzione non sarà una banalità. Poste ha le spalle larghe, certo, e non tutti sono così forti e strutturati, ma una guardata ai metodi usati, di fronte a un aumento del 42% per i servizi a valore aggiunto maggiore varrebbe per tutti la pena di darla.

  

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