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I criteri per fare buoni investimenti nelle infrastrutture locali

Alberto Pozzolo

Draghi ha toccato il tema delle infrastrutture ricordando che per la loro realizzazione è importante che i funzionari pubblici acquisiscano un’adeguata formazione tecnica, legale ed economica. La necessità di un ampio livello di cooperazione tra tutti i livelli decisionali

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Per colmare la carenza di infrastrutture del nostro paese, il G20 stima che da qui al 2040 saranno necessari oltre 300 miliardi di euro di investimenti in più rispetto a quelli già programmati. In tutto il mondo, la realizzazione e la gestione di molte infrastrutture pubbliche è competenza delle amministrazioni locali. Si garantisce così che gli investimenti rispondano alle esigenze di ciascuna comunità, tenendo conto dei suoi punti di forza e di debolezza. E’ inefficace centralizzare le decisioni, come pure decentrarle senza prevedere un coordinamento tra aree vicine e con i piani nazionali e internazionali. Per realizzare opere utili in modo efficiente è necessario un ampio livello di cooperazione tra tutti i livelli decisionali (un esempio può essere la National Infrastructure Commission del Regno Unito).

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Per colmare la carenza di infrastrutture del nostro paese, il G20 stima che da qui al 2040 saranno necessari oltre 300 miliardi di euro di investimenti in più rispetto a quelli già programmati. In tutto il mondo, la realizzazione e la gestione di molte infrastrutture pubbliche è competenza delle amministrazioni locali. Si garantisce così che gli investimenti rispondano alle esigenze di ciascuna comunità, tenendo conto dei suoi punti di forza e di debolezza. E’ inefficace centralizzare le decisioni, come pure decentrarle senza prevedere un coordinamento tra aree vicine e con i piani nazionali e internazionali. Per realizzare opere utili in modo efficiente è necessario un ampio livello di cooperazione tra tutti i livelli decisionali (un esempio può essere la National Infrastructure Commission del Regno Unito).

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Nel suo discorso al Senato, Mario Draghi ha toccato il tema delle infrastrutture ricordando che per la loro realizzazione è importante che i funzionari pubblici acquisiscano un’adeguata formazione tecnica, legale ed economica. L’esperienza passata ci insegna infatti che gli investimenti utili sono il risultato di un rigoroso processo decisionale. Occorre prima di tutto verificare ex ante quali sono le esigenze che devono essere soddisfatte. E’ inutile costruire nuove scuole dove non ci sono bambini, ma può invece essere un passo fondamentale se unito a politiche per attrarre i giovani in territori altrimenti abbandonati dalle nuove generazioni. Occorre valutare l’opportunità di ammodernare le infrastrutture esistenti prima di costruirne di nuove, anche quando questo fornisce una minore visibilità politica (Mario Draghi ha sottolineato che “particolare attenzione va posta agli investimenti in manutenzione delle opere”). Sin dalla fase di pianificazione occorre inoltre tenere conto sia dei costi di realizzazione delle nuove infrastrutture sia di quelli di mantenimento. “Il settore privato deve essere invitato a partecipare alla realizzazione degli investimenti pubblici” ha detto ieri Draghi. In alcuni casi potrebbe anche sostituirsi allo stato: dare a un privato la gestione di un parco pubblico in cambio della concessione per aprire un bar può essere preferibile a centralizzare l’attività di gestione del verde e finanziarla con la tassazione sulle attività commerciali. Se il finanziamento degli investimenti è pubblico, è necessario garantirne la sostenibilità fiscale. Ed è importante che, prima della realizzazione delle opere, si fissino i criteri per valutarne l’efficacia, in modo che le esperienze passate diventino la base per individuare le migliori pratiche per il futuro (e gli elettori possano meglio giudicare l’operato degli amministratori).

   

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Infine, bisogna realizzare infrastrutture che abbiano un impatto di lungo periodo. Come ci hanno ricordato Luciano Capone e Carlo Stagnaro il 5 febbraio, Mario Draghi distingueva nel suo intervento sul Financial Times del 25 marzo scorso tra spesa pubblica buona e cattiva. Anche la spesa pubblica cattiva può essere espansiva nel breve periodo, ma soltanto quella buona ha un effetto duraturo sul tasso di crescita dell’economia. Gli investimenti in infrastrutture locali possono dare un importante contributo per accrescere la competitività e migliorare il benessere nelle zone dove vengono realizzati, favorendo una maggiore equità e coesione territoriale e sociale. A patto che siano fatti bene.

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