Il Nord Stream 2 mette l'Ue davanti alle sue contraddizioni
La divergenza di interessi tra gli stati membri e la difficoltà di assumere una posizione unitaria. “Il punto è disancorare la questione politica da quella energetica”, dice Alberto Clô
Comunque la si pensi sul Nord Stream 2 – che sia un progetto utile ai fini energetici, da non usare come strumento di pressione politica, oppure che sia l’asso nella manica dell’Europa per farsi ascoltare dalla Russia – la domanda che resta irrisolta è perché l’Ue non riesca a emanciparsi dai suoi dubbi, a poco più dell’ultimo miglio dalla conclusione dei lavori. La risposta, dice l’ex ministro dell’Industria ed economista dell’energia, Alberto Clô, ha le sue radici nella storia e la difficoltà da superare per andare fino in fondo con la realizzazione del gasdotto sta nella premessa, che vincola la questione politica a quella energetica. “Viviamo una situazione che nei decenni si è aggrovigliata su sé stessa, a cui l’Unione europea non ha saputo dare risposte”, dice al Foglio.
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- Maria Carla Sicilia
Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.