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Perché Carige è in sospeso

redazione

La banca aspetta la fusione con Ccb, che però potrebbe sposarsi con Iccrea

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Nei giorni in cui fervono grandi manovre nel risiko bancario, il gruppo Carige prepara le mosse che decideranno il suo futuro. Il 22 febbraio l’assemblea dei soci eleggerà il nuovo presidente e la scelta cadrà quasi certamente su Giuseppe Boccuzzi, che ha da poco concluso il mandato di direttore generale del Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) e pochi giorni fa è stato designato per il vertice di Carige proprio dal Fondo che della banca ligure è azionista all’80 per cento. Boccuzzi sostituirà lo scomparso presidente Vincenzo Calandra e affiancherà l’amministratore delegato Francesco Guido in un anno cruciale durante il quale si apriranno due “finestre” per consentire al gruppo trentino Cassa centrale banca (Ccb) di salire dall’attuale partecipazione del 10 per cento fino alla maggioranza consentendo così l’uscita del Fitd, secondo gli accordi sottoscritti ai tempi del salvataggio nel 2018. La prima finestra scade il 30 giugno e la seconda il 31 dicembre 2021.

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Nei giorni in cui fervono grandi manovre nel risiko bancario, il gruppo Carige prepara le mosse che decideranno il suo futuro. Il 22 febbraio l’assemblea dei soci eleggerà il nuovo presidente e la scelta cadrà quasi certamente su Giuseppe Boccuzzi, che ha da poco concluso il mandato di direttore generale del Fondo interbancario per la tutela dei depositi (Fitd) e pochi giorni fa è stato designato per il vertice di Carige proprio dal Fondo che della banca ligure è azionista all’80 per cento. Boccuzzi sostituirà lo scomparso presidente Vincenzo Calandra e affiancherà l’amministratore delegato Francesco Guido in un anno cruciale durante il quale si apriranno due “finestre” per consentire al gruppo trentino Cassa centrale banca (Ccb) di salire dall’attuale partecipazione del 10 per cento fino alla maggioranza consentendo così l’uscita del Fitd, secondo gli accordi sottoscritti ai tempi del salvataggio nel 2018. La prima finestra scade il 30 giugno e la seconda il 31 dicembre 2021.

 

Per Ccb, che di Carige è stata un inatteso cavaliere bianco, si tratterebbe di affrontare un esborso di 300 milioni di euro che si aggiungerebbero ai 166 milioni spesi finora (66 milioni sotto forma di aumento di capitale e 100 milioni attraverso un prestito subordinato). Che cosa deciderà Ccb visto che non è obbligata a impegnarsi ulteriormente e che questa opzione era stata ipotizzata prima che scoppiasse una pandemia che fa  presagire un aumento dei crediti deteriorati per tutte le banche? Qualche esitazione  a Trento potrebbe esserci, a quanto si apprende, soprattutto da quando dal gruppo concorrente, Iccrea, (Istituto centrale delle casse rurali e artigiane) sono cominciati ad arrivare segnali di corteggiamento per dar vita a un unico polo di banche cooperative e casse di risparmio. Anche questo, infatti, sarebbe consolidamento bancario.

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