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Agli aeroporti serve il Recovery per decollare. Parla l’ad di Adr

Maria Carla Sicilia

La richiesta è estendere gli ammortizzatori sociali fino al 2022: "La crisi ha ridotto il nostro giro d'affari del 90 per cento. Non chiediamo ristori per le perdite, ma una spinta per gli investimenti"

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Per recuperare i volumi di traffico aereo che la pandemia ha quasi azzerato, dicono tutte le associazioni di categoria, ci vorrà il 2026 nello scenario più realistico. In Italia l’annus horribilis si è concluso con 140 milioni di passeggeri in meno: in uno scalo come Fiumicino la riduzione è del 90 per cento e sono in cassa integrazione tremila dipendenti. Per Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma (Adr), la sfida più grande è riuscire a portare fuori dalla crisi il primo scalo italiano mantenendo la competitività e la qualità dei servizi, che dovranno essere a prova di pandemia. Ma la ripresa durerà anni e alcune incognite come la proroga della cassa integrazione, lo stanziamento di altri aiuti e il rilancio della nuova Alitalia potrebbero fare la differenza.

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Per recuperare i volumi di traffico aereo che la pandemia ha quasi azzerato, dicono tutte le associazioni di categoria, ci vorrà il 2026 nello scenario più realistico. In Italia l’annus horribilis si è concluso con 140 milioni di passeggeri in meno: in uno scalo come Fiumicino la riduzione è del 90 per cento e sono in cassa integrazione tremila dipendenti. Per Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma (Adr), la sfida più grande è riuscire a portare fuori dalla crisi il primo scalo italiano mantenendo la competitività e la qualità dei servizi, che dovranno essere a prova di pandemia. Ma la ripresa durerà anni e alcune incognite come la proroga della cassa integrazione, lo stanziamento di altri aiuti e il rilancio della nuova Alitalia potrebbero fare la differenza.

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“L’immunità di gregge aiuterà a mettere sotto controllo la pandemia e quindi ad allentare le misure restrittive. Ma le connessioni globali resteranno delicate da gestire ancora a lungo”, dice al Foglio. Questo vuol dire non solo attivare protocolli per individuare persone potenzialmente infette, come i corridoi Covid free che a Fiumicino sono in fase di sperimentazione da due mesi, ma anche riconsiderare gli investimenti e gestire eventuali esuberi. “Guardiamo con attenzione a quello che succederà dopo marzo, quando scadrà la cassa Cigs: non bastano 12 settimane in più per accompagnarci durante la ripresa”. Per questo la richiesta è di estendere gli ammortizzatori sociali fino a marzo 2022. “Comprendiamo le difficoltà del momento, ma pensiamo che il nostro settore sia più impattato di molti altri proprio per la profondità della crisi, che ha ridotto del 90 per cento il giro d’affari”, continua Troncone. Dal fondo di 450 milioni per i gestori aeroportuali, stanziato con la legge di Bilancio, Adr potrà ottenere al massimo 90 milioni, pari a circa il 15 per cento dei mancati ricavi ad oggi, ma tutto il settore spera in una seconda tranche di aiuti.

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“Quando chiediamo sostegno non intendiamo ristori per le perdite subite – spiega Troncone – Cerchiamo piuttosto una spinta per proseguire le nostre attività e continuare con gli investimenti di sviluppo, che in questo momento sono sostanzialmente bloccati. Non possiamo rischiare che il principale aeroporto del paese sia in ginocchio quando si tornerà a volare. Noi siamo pronti e non ci siamo mai fermati, ma ogni aiuto affinché questo possa essere garantito è importante”. Un aiuto che non sia un ristoro ma una leva per gli investimenti potrebbe arrivare dal Recovery plan. “Nota dolente”, dice l’ad, perché nonostante le società di gestione degli scali italiani abbiano fatto recapitare al governo una lista di progetti, dettagliati nei contenuti, negli importi e tempi, nel piano di ripresa e resilienza non ce n’è ancora traccia. “Ci sembra incoerente e incomprensibile, sia perché i progetti green e digital su cui lavoriamo per azzerare le emissioni nel 2030 sono perfettamente in linea con gli obiettivi del piano, sia perché gli aeroporti sono infrastrutture strategiche, che garantiscono una connettività essenziale per l’economia”.

 

Nel futuro di Fiumicino c’è anche il debutto di Ita, la newco che nascerà dalle ceneri di Alitalia. “Siamo pronti a lavorare in un’ottica di sinergia industriale, contribuendo alla competitività di Ita”, dice Troncone. “E’ una sfida complessa”, che passa dalla capacità di superare i vecchi punti deboli, a partire dal potenziamento del lungo raggio su cui l’Italia e Fiumicino possono crescere molto. Ma se non dovesse andare come previsto, lo scalo romano è già vaccinato. “I presupposti per un rilancio ci sono tutti ed è un’opportunità anche per Adr. Ma a prescindere da Ita siamo sicuri che il traffico ci sarà comunque: rispetto alle altre compagnie, in passato Alitalia ha contribuito poco all’incremento di passeggeri. La domanda per visitare Roma è forte, indipendentemente dal vettore con cui si viaggia.”

 

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