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Editoriali

Le sfide della nuova Unicredit

Redazione

Prima gli utili. Le partite difficili che si nascondono dietro la nomina di Orcel

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Per Andrea Orcel è un ritorno alle origini. Per Unicredit è l’inizio di una nuova èra. La fumata bianca è arrivata dopo settimane di consultazioni e anche se la notizia non è ancora ufficiale, Orcel sarà il successore di Jean Pierre Mustier alla guida di Unicredit. Alla fine è stato scelto il candidato con il profilo più internazionale di tutti (gli altri nomi in lizza, Fabio Gallia, ex numero uno di Cdp e di Bnl-Bnp Paribas, e Flavio Valeri, a lungo a capo di Deutsche Bank Italia, hanno occupato posizioni prestigiose, ma Orcel è il banchiere d’affari che ha ricoperto più incarichi all’estero), il che potrebbe rispondere a un indirizzo strategico prevalso tra gli azionisti di Piazza Gae Aulenti su come affrontare il risiko bancario e cioè da attore chiave nelle fusioni e acquisizioni europee.

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Per Andrea Orcel è un ritorno alle origini. Per Unicredit è l’inizio di una nuova èra. La fumata bianca è arrivata dopo settimane di consultazioni e anche se la notizia non è ancora ufficiale, Orcel sarà il successore di Jean Pierre Mustier alla guida di Unicredit. Alla fine è stato scelto il candidato con il profilo più internazionale di tutti (gli altri nomi in lizza, Fabio Gallia, ex numero uno di Cdp e di Bnl-Bnp Paribas, e Flavio Valeri, a lungo a capo di Deutsche Bank Italia, hanno occupato posizioni prestigiose, ma Orcel è il banchiere d’affari che ha ricoperto più incarichi all’estero), il che potrebbe rispondere a un indirizzo strategico prevalso tra gli azionisti di Piazza Gae Aulenti su come affrontare il risiko bancario e cioè da attore chiave nelle fusioni e acquisizioni europee.

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Orcel, che alla fine degli anni Novanta, quando era in Merrill Lynch, è stato uno degli architetti della fusione tra Unicredito e Credito italiano, da cui è nato il gruppo Unicredit, avrebbe ottenuto il sostegno di alcuni soci rilevanti come Leonardo Del Vecchio e Fondazione Cariverona. Questi ultimi, insieme con la Fondazione Crt, si sono uniti di recente per fare blocco contro l’operazione con la banca pubblica Montepaschi che ritengono poco adatta al profilo di Unicredit e troppo rischiosa nonostante i diversi stimoli messi sul piatto dal Mef. La nomina di Orcel, che avverrà nel consiglio di amministrazione di oggi, comunque non esclude a priori un deal con Mps che il banchiere conosce molto bene essendo stato, sempre quand’era in Merrill Lynch, l’artefice della travagliata acquisizione di Antonveneta nel 2007, che è più o meno il periodo in cui a Siena sono cominciati i guai. Le sfide non mancheranno per l’ex top manager di Ubs (questo il suo ultimo incarico) compresa quella del ritorno all’utile considerando che Unicredit chiuderà il 2020 in profondo rosso (2,3 miliardi di perdite secondo il consensus degli analisti). A giudicare dalla reazione che ha avuto la Borsa quando si è diffusa la notizia (il titolo ha fatto un balzo del 4,4 per cento annullando le perdite del giorno precedente), le premesse per uscire dal guado sono state gettate.

 

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