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Occasioni da non sprecare

Come investire sul futuro dei professionisti senza albo o collegio. Idee

"È necessario approfittare subito delle politiche per la ripartenza”. Parla Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna

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"I professionisti senza albo o collegio hanno un ruolo sempre più importante nella vita di tutti i giorni di cittadini e imprese. Rispondono a nuovi bisogni e a nuove necessità, a esigenze evolutive della società che abbracciano dai servizi sanitari alle richieste della burocrazia. Lavorano per se stessi, assumono dipendenti, creano occupazione e ricchezza, fanno della formazione continua uno dei cardini della propria attività, per tenersi aggiornati ed evitare danni a persone e imprese. Eppure sono privi perfino di basilari forme di tutele. E’ necessario, allora, che il governo, la politica, le istituzioni guardino con maggiore lungimiranza alle condizioni di questa ampia platea di lavoratori autonomi altamente professionalizzati”. Così Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, commenta i risultati dell’Osservatorio professioni della Confederazione, nato nel 2015 per monitorare le professioni non ordiniste, regolate dalla legge 4/2013, e arrivato alla sua quinta edizione.

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"I professionisti senza albo o collegio hanno un ruolo sempre più importante nella vita di tutti i giorni di cittadini e imprese. Rispondono a nuovi bisogni e a nuove necessità, a esigenze evolutive della società che abbracciano dai servizi sanitari alle richieste della burocrazia. Lavorano per se stessi, assumono dipendenti, creano occupazione e ricchezza, fanno della formazione continua uno dei cardini della propria attività, per tenersi aggiornati ed evitare danni a persone e imprese. Eppure sono privi perfino di basilari forme di tutele. E’ necessario, allora, che il governo, la politica, le istituzioni guardino con maggiore lungimiranza alle condizioni di questa ampia platea di lavoratori autonomi altamente professionalizzati”. Così Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, commenta i risultati dell’Osservatorio professioni della Confederazione, nato nel 2015 per monitorare le professioni non ordiniste, regolate dalla legge 4/2013, e arrivato alla sua quinta edizione.

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Questa edizione dell’Osservatorio è dedicata alla situazione di una realtà vasta ed eterogenea (Cna associa ben 39 categorie professionali) stretta nella tenaglia di crisi sanitaria e crisi socioeconomica. Una realtà che tra il 2009 e il 2019, proprio per rispondere a nuovi bisogni sociali, ha segnato una crescita impetuosa: a fronte dell’incremento complessivo dei liberi professionisti pari al 26,4 per cento e di un calo del 6,3 per cento del lavoro indipendente, il numero dei liberi professionisti non ordinisti è cresciuto del 57,2 per cento. Alla fine del 2019, pertanto, erano 1,3 milioni questi lavoratori muniti di partita Iva che, non disponendo di un ordine e di una cassa previdenziale, versano i contributi alla Gestione separata Inps. Le conseguenze della pandemia e del confinamento influenzano, naturalmente, i risultati dell’indagine. Nel complesso i professionisti non ordinisti sono pessimisti. L’82,1 per cento di loro si divide tra angosciati, preoccupati e smarriti. E in maggioranza si sentono insoddisfatti degli interventi governativi per combattere la crisi socio-economica. A promuoverli, infatti, è il 26,7 per cento del campione, mentre a bocciarli è il 55 per cento.

 

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La specializzazione professionale caratterizza in maniera particolare le risposte. I professionisti non ordinisti appartengono a due grandi bacini: quanti prestano servizi alle persone (attività eterogenee tra di loro, dal fotografo al cuoco, dal chinesiologo all’osteopata) e quanti invece prestano servizi alle imprese, chiamati a sbrigare i complessi adempimenti burocratici tipici del mondo imprenditoriale, dai tributaristi ai tecnici della sicurezza. I primi, bloccati dal confinamento nell’ordine del 79 per cento, sono molto più insoddisfatti ma il malcontento è diffuso anche tra i professionisti che prestano servizi alle imprese. Nonostante tale quadro molto allarmante, comunque, i professionisti non ordinisti sono determinati a continuare la propria attività. E puntano casomai ad ampliare la clientela lanciando iniziative promozionali (sia pure senza applicare sconti) e adottando nuove modalità organizzative, a partire dal lavoro da remoto, ovviamente per quanti risulta possibile. Che cosa chiedono al governo, alla politica, alle istituzioni i professionisti non ordinisti?

 

Vorrebbero prima di tutto che l’ammortizzatore sociale per gli iscritti alla Gestione separata Inps, l’Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale operativa), fosse attuato con rapidità. E poi essere esonerati perlomeno parzialmente dai contributi previdenziali, vedere allargata la platea degli strumenti di welfare, determinato l’equo compenso, incrementata la detassazione delle spese per la formazione professionale, che è fondamentale per i professionisti e i loro clienti, ma non solo ha un costo vivo, rappresenta anche un lucro cessante per il tempo sottratto all’attività, e di questo va tenuto conto. I professionisti non ordinisti chiedono, inoltre, che la legge di inquadramento, la 4/2013, completi il suo percorso e definisca con chiarezza i soggetti ascrivibili a questa categoria. Una risposta che la politica deve dare al più presto per evitare di vanificare i passi fatti finora in avanti, lasciando la categoria pericolosamente in mezzo al guado. Un passo in avanti è chiesto dai professionisti non ordinisti della Cna anche sul tavolo tecnico permanente per il lavoro autonomo al quale ha dato vita il governo. “Siamo lieti di questa iniziativa – sottolinea Silvestrini – ma speriamo che al più presto vengano istituiti tavoli specifici per rispondere alle tematiche dei professionisti dove poter definire e migliorare gli strumenti più diversi partendo dagli ammortizzatori sociali. Soprattutto – conclude il segretario generale della Cna – bisogna approfittare delle politiche per la ripartenza: rappresentano un veicolo unico per investire nel futuro di questa categoria, investendo di conseguenza anche nel nostro futuro”.

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